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Ventunesimo Secolo

Sotto copertura

Il potere del giornalismo investigativo

L’inchiesta Gioventù Meloniana di Fanpage.it ha rivelato dinamiche preoccupanti all’interno di Gioventù Nazionale, l’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia. Dopo una rapida condanna di quanto emerso dall’inchiesta, la premier ha criticato il metodo utilizzato dai giornalisti, ossia il giornalismo sotto copertura. «È consentito? Lo chiedo ai partiti politici, lo chiedo al Presidente della Repubblica. In altri tempi questi sono i metodi che usavano i regimi: infiltrarsi nei partiti politici».  

Il giornalismo investigativo sotto copertura non è una novità, e risulta essenziale per indagare nei contesti altrimenti inaccessibili, come i luoghi del potere e gli ambienti della criminalità organizzata. Non solo è un tipo di giornalismo cruciale, ma è anche garantito e protetto dalla legge italiana. Il cosiddetto Codice della privacy permette ai giornalisti di non doversi identificare come tali e di indagare senza il consenso dell’interessato se ciò è indispensabile per diffondere informazioni di interesse pubblico. 

L’obiettivo del giornalismo d’inchiesta è di analizzare scientificamente eventi di tipo socio-criminologico e informare i cittadini su quanto accade nel mondo: l’inchiesta di Fanpage.it ha permesso di rivelare dinamiche interne a Gioventù Nazionale che altrimenti sarebbero rimaste nascoste. Un esempio da ricordare è l’inchiesta di L’Espresso sul sistema di tangenti e corruzione nella politica milanese che ha portato alla luce lo scandalo Mani Pulite negli anni ’90. 

Può accadere che il reporter debba operare sotto copertura per guardare gli eventi dall’interno come osservatore-partecipante in circostanze dove l’accesso alle informazioni è impedito. Ad esempio, quando sono coinvolti membri dell’esecutivo o membri della criminalità organizzata, il giornalista potrebbe non ottenere le informazioni necessarie operando con trasparenza. Un esempio è il lavoro di Giovanna Boursier per Report, che ha documentato la corruzione e i favoritismi all’interno delle amministrazioni locali del Partito Democratico, come anche l’inchiesta di Giulio Golia per Le Iene, che ha documentato lo sfruttamento dei lavoratori nei campi agricoli del Sud Italia. 

Il giornalismo investigativo sotto copertura non viola il diritto alla privacy. Per la legge italiana il trattamento dei dati personali per finalità giornalistiche può essere effettuato senza il consenso dell’interessato, purché vengano rispettati i diritti, le libertà e la dignità delle persone coinvolte. Soprattutto, un giornalista può non identificarsi quando ciò comporta rischi per la propria incolumità o rende impossibile l’esercizio della funzione informativa. 

Il diritto di condurre inchieste non è esclusivo dei giornalisti. Servizi segreti, magistratura e commissioni d’inchiesta parlamentari hanno anch’essi il compito di reperire informazioni nascoste di pubblico interesse. Tuttavia, il giornalismo e queste istituzioni sono diverse per la loro natura e funzione. I servizi segreti e la magistratura operano dall’alto, qualche volta con l’obiettivo di mantenere lo status quo del potere, mentre il giornalismo opera dal basso, con l’intento di verificare e denunciare illeciti, anche commessi dallo Stato, e di rendere pubbliche queste informazioni per informare e coinvolgere la cittadinanza. 

Distribuire la responsabilità di difendere gli interessi nazionali tra più entità aumenta la probabilità che questi siano adeguatamente protetti. È fondamentale che le libertà di cui godono i giornalisti italiani non vengano ulteriormente limitate. Secondo il rapporto del 2024 di Reporters sans frontières, l’Italia si colloca al 46esimo posto nella classifica mondiale sulla libertà di stampa. Proteggere e promuovere un giornalismo libero e indipendente è essenziale per una democrazia sana e per garantire che le verità scomode possano emergere e che i cittadini possano essere adeguatamente informati. In un mondo sempre più complesso e spesso opaco, il giornalismo investigativo rimane una risorsa indispensabile per la trasparenza e la giustizia sociale.

Sara Cotic

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