L’opera La colazione di Francois Boucher, realizzata nel 1739 e ora situata al Louvre, è uno dei maggiori esempi di rococò francese. La scena rappresenta due donne e due bambine in abiti eleganti, secondo i costumi del XVIII secolo, mentre stanno facendo colazione in un ambiente borghese, raffinato e ordinato, che riflette un alto tenore di vita. Alle spalle di queste ultime il pittore ritrae un maggiordomo nell’atto di servire, come si evince dal grembiule legato alla vita, che ha appena terminato di versare una bevanda al cacao utilizzando una cioccolatiera del XVIII secolo. La tela offre indizi precisi sul momento della giornata, attraverso due diversi elementi visivi: il titolo dell’opera e l’orologio sullo sfondo, che segna le otto del mattino. Questo dettaglio non è solo un semplice indicatore temporale, ma riveste un ruolo centrale nell’emancipazione della vita quotidiana, in relazione al ritmo solare, sottolineando l’interazione tra l’uomo e il tempo che ne scandisce le sue attività.
L’opera funge da testimonianza storica della genesi e dello sviluppo della colazione in Occidente. Fino all’inizio del XVIII secolo, i primi prodotti alimentari della giornata differivano poco da quelli degli altri due pasti. Le pietanze salate dominavano; in Europa, le minestre e le zuppe rivestivano un ruolo cruciale. Dopo il XIX secolo, il menu della colazione in Europa si è trasformato in un autentico menu di rilevanza mondiale. Il primo pasto della giornata si fonda su tre bevande calde, tutte e tre realizzate da prodotti tropicali: il caffè, il tè e cioccolata. Lo zucchero ricopre un ruolo essenziale nella colazione, buona parte di quello che utilizziamo viene estratto dalla canna da zucchero, anch’essa una pianta tropicale. Il consumo di bevande tropicali al primo pasto della giornata è un’innovazione che è apparsa all’inizio del XVIII secolo tra le classi più ricche nel nord-est d’Europa, nell’aristocrazia e nell’alta borghesia londinese, parigina o amsterdammese, prima di diffondersi socialmente e geograficamente in Europa e poi nel resto del Mondo.
Analizzando i termini che indicano il primo pasto della giornata in diverse lingue del mondo, è possibile distinguere due famiglie etimologiche. La prima famiglia etimologica si focalizza sull’astinenza alimentare notturna, come in francese dejeuner, in spagnolo desayuno, in rumeno mic-dejun , in Inglese breakfast ( anche se nell’inglese antico era morgenmette “pasto mattinale”), possiamo ugualmente associare a questa famiglia il termine ndekki in wolof che denota l’idea di risuscitare. La seconda famiglia enuncia semplicemente il primo pasto della giornata, come in italiano colazione (fino a poco anni fa si diceva “prima colazione”) in Tedesco fruhstuck, in Olandese ontbijt e in Coreano atchim ssika.
Oggigiorno, in Occidente, la colazione è piuttosto diversa dagli altri due pasti. Il pranzo e la cena hanno punti in comune, a partire dalla organizzazione del servizio delle pietanze (antipasto, primo , secondo , dessert, etc.). Un’altra differenza tra la colazione e gli altri due pasti è il numero genericamente ristretto degli alimenti. La mattina in un hotel occidentale è raro rimanere sorpresi dalla proposta della colazione, complessivamente fondata su bevande. Ciò è supportato da un motivo fisiologico: il primo pasto della giornata ha il compito reidratare il corpo dopo la perdita d’acqua notturna dovuta dalla respirazione. In questo contesto, le bevande calde o fredde rivestono un ruolo essenziale, mentre durante il pranzo e la cena sono considerate più accessorie. Infatti, a colazione la bevanda generalmente si situa in una posizione centrale rispetto al cibo. La preferenza in Occidente per bevande calde come caffè, tè o cioccolata, secondo lo storico francese Grataloup, ha origine dalla rivoluzione industriale. In quel periodo, gli operai iniziarono a consumare queste bevande al mattino per sfruttare i loro effetti stimolanti e affrontare al meglio la giornata lavorativa.
La mappa della colazione è una mappa mondiale. Ciascuna delle tre piante che danno vita al caffè, tè e cioccolata non è adatta a zone geografiche con clima temperato. Per fare in modo che caffè, cioccolato e tè giungessero nelle tazze europee, è stato necessario intrecciare rotte marittime, sconfiggere avversari, sfruttare paesi e popolazioni, costruire piantagioni e strappare persone dalle loro società di origine riducendole in schiavitù, innovare sia nella tecnologia che nei sapori, rubare ai cinesi il segreto della porcellana. È stato necessario costruire il Mondo.
Mirko Beni Amour Ibahi Bahis