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Studenti Senza Frontiere

Il Natale nei diversi Paesi del mondo raccontato dalle studentesse e dagli studenti UniUd

Oggi vi portiamo in giro per il mondo per conoscere tradizioni natalizie diverse da quelle italiane. Abbiamo chiesto ad alcuni studenti UniUd di raccontarci come trascorrono il Natale nel loro paese d’origine.
Leggete fino in fondo per sapere quali siano le usanze natalizie in Germania, Serbia, Ucraina, Georgia, Russia, Cina, Australia, Brasile, Colombia e Marocco!

Niclas – Germania
Sono nato in Germania da madre tedesca e padre italiano, quindi celebro il Natale seguendo le tradizioni di entrambi i Paesi. Festeggiamo di più il 24, Heiligabend, la Sera Santa. Facciamo il cenone con i parenti e ci scambiamo i regali portati da Gesù Bambino. Il 25 e il 26 li consideriamo il primo e il secondo giorno di Natale; sono giornate in cui si sta a casa con la famiglia e non si fa nulla di particolare, se non finire gli avanzi della sera prima e guardare i film trasmessi in televisione mangiando i Lebkuchen, biscotti speziati, o una fetta di Christstollen, una torta con canditi e cioccolato ricoperta di zucchero a velo.
A Berlino consiglio di visitare il mercatino natalizio vicino alla Gedächtniskirche (chiesa del ricordo), fortemente danneggiata dai bombardamenti del Secondo conflitto mondiale, non sostituita, ma affiancata da un nuovo edificio di culto a pianta ottagonale. La compresenza di linguaggi architettonici così diversi genera un dialogo affascinante.
Fröhliche Weinachten!

Asja – Serbia
Festeggiamo il Natale il 6 e il 7 gennaio, secondo il calendario giuliano o ortodosso, che differisce di 13 giorni da quello gregoriano. La Vigilia di Natale, Badnji dan, facciamo un cenone con tutta la famiglia e sotto la tavola imbandita nascondiamo dolci e cioccolatini in mezzo alla paglia. Dopo cena i bambini vi si intrufolano per cercarli e aprire i regali portati da Božić Bata, un personaggio simile a Babbo Natale, vestito con abiti folkloristici serbi; secondo la tradizione in ogni famiglia l’uomo più anziano doveva travestirsi così e consegnare i regali ai bimbi.
La notte di Natale si va in chiesa, l’usanza vuole che vi si entri in processione con alcuni rami di quercia, badnjak, simbolo che allude ai rami portati alla grotta di Betlemme dov’è nato Cristo. Questi poi vengono bruciati e il gesto viene accompagnato da preghiere e un augurio di gioia e fortuna per il nuovo anno.
Il centro di Belgrado è stupendo, vi troverete le casette in cui servono la rakija, una grappa tipica fortemente alcolica: ottima per riscaldarsi!
Gli auguri di Natale hanno una forte connotazione religiosa. Letteralmente “Buon Natale” si traduce Srécan Božić, ma è insolito scambiarsi gli auguri così. Al di là della partecipazione ai riti sacri e alle credenze individuali, diciamo: Hristos se rodi! (Cristo è nato!) e la persona a cui lo si dice deve rispondere Vaistinu se rodi! (Davvero, è nato!)

Mykhaylo – Ucraina
Vengo da Leopoli, in Ucraina. Da noi il Natale raggruppa una serie di feste e dura circa un mese. Il 19 dicembre viene San Nicola per portare regali ai bambini e li nasconde sotto il loro cuscino. Il 31 dicembre festeggiamo il Capodanno: si apparecchia la tavola con tanti piatti gustosi. Prima di mezzanotte ascoltiamo il discorso del presidente alla TV, facciamo un brindisi con lo champagne per augurarci un buon anno nuovo e poi usciamo per accendere i fuochi d’artificio. Possiamo festeggiare anche tutta la notte! Il 1° gennaio spargiamo della semola a terra e la calpestiamo, poiché essa è segno di ricchezza e prosperità.
Le nostre tradizioni e le pietanze natalizie sono molto simili a quelle polacche; la differenza sta nel fatto che in Polonia festeggiano il Natale due settimane prima di noi, il 25 dicembre, come i cattolici. In Ucraina, invece, seguiamo il calendario giuliano. Festeggiamo la Vigilia di Natale, Svjat večer, il 6 gennaio e prepariamo 12 piatti tradizionali di Quaresima, fra i quali la pietanza più importante è la Kutja, l’orzo con miele e i semi di papavero. Il 7 e l’8 gennaio gli abitanti dei villaggi ucraini vanno a casa dei vicini, cantando le canzoni natalizie, le cosiddette Koljadki. In campagna si è conservata la tradizione del Presepe vivente. Il 13 e il 14 gennaio si festeggia il Capodanno ortodosso, Starij Novij rik, mentre il 19 gennaio, sempre secondo il calendario giuliano, si ricorda il Battesimo di Gesù. Da noi questa festa è associata ai diversi riti legati all’acqua.
Da ultimo, ecco le nostre formule augurali:
Христос рождаєтся, славімо його – Christos roždaetsja, slavimo jogo! (Cristo sta nascendo, lo festeggiamo!)
Христос народився, з новим роком – Christos narodivsja, z novim rokom! (Cristo è nato, buon anno!)

Nika – Georgia
La Georgia è un paese in cui la maggior parte della popolazione è cristiano ortodossa, quindi il Natale si festeggia il 7 gennaio restando a casa con la famiglia e partecipando alla Messa.
Abbiamo un particolare albero di Natale, chiamato chichilaki, che solitamente viene posizionato accanto al più comune abete. È ricavato dall’intaglio di un piccolo tronco di noce che alla fine delle feste viene bruciato, per lasciarsi alle spalle tutto ciò che è vecchio. Anche Babbo Natale è un po’ diverso, vestito di bianco anziché di rosso, e lo chiamiamo tovlis babua, letteralmente “il nonno delle nevi.”
Il Capodanno si festeggia principalmente il 31 seguendo il calendario convenzionale. Organizziamo una grande cena in famiglia e il giorno seguente abbiamo l’usanza di fare visita agli amici e ai familiari sperando di essere i primi ospiti dell’anno: secondo la tradizione del Mekvle, il primo ospite dev’essere trattato in modo speciale. Il 2 gennaio, invece, festeggiamo il “Giorno del destino”: si dice che come starai e quello che farai in quella giornata caratterizzerà il tuo modo di essere per tutto l’anno!
Shobas gilocav! (Buon Natale!) Gilocav akhal tsels! (Buon anno!) Gilocav shoba-akhal tsels! (Buone feste!)

Artur – Russia
Natale in Russia è una festa intima e familiare, molto legata alla religione. Si festeggia il 7 gennaio, poiché la religione ortodossa segue il calendario giuliano. È più sentito dalle vecchie generazioni, i giovani sono molto più eccitati per il Capodanno e in un certo senso celebrare il passaggio dall’anno vecchio a quello nuovo ha maggior importanza rispetto al Natale. I preparativi iniziano settimane prima e l’atmosfera festiva comincia con la sera del 31 dicembre e prosegue fino al 7 gennaio!
Durante il periodo di festa, organizziamo grandi cene con la famiglia e con gli amici. A tavola non possono mancare pietanze come l’insalata russa, che noi chiamiamo Olivie, e l’holodets, una sorta di gelatina a base di carne e verdure, il tutto da accompagnare con la vodka, ovviamente!
C Рождеством Христовым – S Roždestvòm Christòvym! (Buon Natale!)
C Новым годoм – S Nòvym gòdom! (Buon anno!)

Luisa – Cina
Io sono nata e cresciuta in Italia, ma i miei genitori sono cinesi. Ricordo che da piccola volevo credere a Babbo Natale, come gli altri bambini a scuola, ma mia sorella maggiore mi ha sempre spiegato che è un personaggio immaginario e i miei davano per scontato che lo sapessi, non hanno mai cercato di farmi credere alla sua esistenza.
Il Natale è entrato nella cultura globale, quindi anche in Cina, ma senza essere caricato di particolari significati, infatti, tutto l’aspetto religioso non è sentito o praticato: è “solo” un’occasione per riunirsi in famiglia. Si dà più importanza al Capodanno. Facciamo il cenone, mangiamo fino al giorno dopo! Inoltre, festeggiamo il nuovo anno due volte: l’inizio di quello solare, convenzionale, e di quello lunare a febbraio, che per noi ha un significato più importante.
圣诞快乐 – Shèng dàn kuài lè! (Buon Natale!)

Christina – Australia
La mia famiglia è in parte di origine italiana, ma io sono in Italia solo da 6 anni.
In Australia il Natale si svolge in estate, dunque molti organizzano un barbecue, magari a base di pesce, e qualcuno va in spiaggia se c’è una bella giornata. Nella mia famiglia, a Melbourne, di solito organizziamo una cena con i parenti e mio zio si veste da Santa Claus! Per lo scambio dei regali seguiamo la tradizione del Secret Santa, cioè ogni componente della famiglia fa un regalo a un altro senza che questo lo sappia, fino al momento di scartarli tutti insieme il giorno di Natale!
Le città vengono ornate di luci e ci sono alcune vie in cui le persone decorano la propria casa in modo ricco e spettacolare, creando una sorta di piccolo villaggio illuminato da ammirare alla sera. Tuttavia in Australia non ci sono particolari tradizioni folkloristiche legate al Natale ed è un po’ triste; non abbiamo la ricchezza culturale che immagino abbiano altri paesi.
L’aspetto religioso c’è, ma solo in alcune famiglie. Il Natale è sentito più come una festa “secolare” aperta a tutti, non solo ai credenti, inoltre, coincide con la fine dell’anno scolastico, quindi i giovani festeggiano in generale per la fine delle lezioni.
Merry Christmas!

Ivan – Brasile
Vivo in Italia da 10 anni, ma l’ultima volta che sono stato a San Paolo, in Brasile, è stata l’anno scorso.
La Vigilia di Natale, prima di mezzanotte, organizziamo una grande cena con tutti parenti. Molte famiglie hanno l’usanza dell’amigo secreto, ma penso sia una tradizione anglosassone importata dagli USA: quindici giorni prima delle feste a ogni componente della famiglia viene assegnato un altro familiare a cui dovrà fare un regalo. La notte di Natale durante lo scambio dei doni si scoprono gli “amici segreti”.
Se vi trovate a San Paolo in periodo natalizio, uno dei luoghi da visitare è sicuramente il parco Ibirapuera all’interno del quale viene allestito un enorme albero di Natale artificiale che alla sera crea giochi di luce scenografici. Numerose persone vi si recano per assistere a concerti e spettacoli o semplicemente per fare una passeggiata al mercatino e sentire l’atmosfera del Natale.
Feliz Natal!

Geanfranco – Colombia
Sono italo-colombiano. Non festeggio il Natale in Colombia da ormai 18 anni! Mi mancano l’aria di festa, le mille luci lungo le strade e diversi generi musicali che risuonano nelle piazze.
In Colombia le persone sono molto credenti, la maggior parte è cristiano cattolica, quindi il Natale è vissuto in particolare come ricordo della nascita di Gesù.
I festeggiamenti iniziano l’8 dicembre addobbando l’albero e soprattutto facendo il presepe; ogni sera, fino al 25, dopo cena si fa la novella al Gesù bambino, cioè dedichiamo 10-15 minuti a preghiere e canti natalizi. Il 24 c’è la santa Messa di mezzanotte, dopo la quale in ogni città si festeggia con balli e fuochi d’artificio, mangiando e bevendo. Il 25, invece, è dedicato alla famiglia. Si sta a casa a mangiare di tutto, come l’arros con frijoles (riso con fagioli), il platano fritto, la carne alla griglia e tanta frutta caraibica fresca presa al mercato il mattino prima!
Feliz Navidad e prospero años!

Ayoub – Marocco
Io vengo dal Marocco, sono qui in Italia da un anno e mi manca molto la mia famiglia.
La maggior parte dei marocchini è musulmana, quindi non festeggia il Natale per motivi legati alla religione. Personalmente, non riesco a trovare una ragione puramente logica per rifiutare questa festa: i musulmani riveriscono Gesù, che ha una grande importanza nell’Islam, eppure non è consentito ricordare e celebrare la sua venuta al mondo, mentre esiste una celebrazione per la venuta del profeta Maometto. Alcuni credenti sostengono che sia semplicemente inammissibile che i musulmani celebrino il Natale, ricollegando la festività a usanze appartenenti agli infedeli.
Nonostante ciò, alcuni marocchini decidono comunque di festeggiare il Natale, forse per un senso di condivisione e apertura verso le comunità cristiane. Ma allora perché non avviene anche il contrario? Noi riconosciamo Gesù come un profeta, ma i cristiani non riconoscono il nostro nobile profeta Mohamed. Per me è difficile comprendere il senso di celebrare una festa religiosa quando non la si riconosce come tale. Al di là delle usanze individuali, in Marocco, il 25 dicembre è una giornata normalissima.

Abbiamo circumnavigato il pianeta e le molteplici voci che ci hanno guidato sottolineano come il Natale sia diventato una festa sociale e culturale in senso più ampio, che può trascendere la sfera religiosa. Ciò può essere letto come un segno di apertura e inclusione verso coloro che non credono nel significato cristiano del Natale: il riconoscimento di questa festa offre l’occasione di dedicare una giornata alle persone che si amano, senza escludere qualcuno solo perché non cristiano. Una diversa lettura, invece, pone l’accento sullo svuotamento del significato religioso, forse frutto della globalizzazione: se non si celebra la nascita di Cristo, poiché non viene riconosciuto come Figlio di Dio, allora, cosa si festeggia?
Lascio alla vostra interpretazione queste due proposte di lettura con l’invito a rifletterci tra una portata e l’altra. Magari può diventare argomento per scampare alle inevitabili domande dei parenti: “Come va in università? E la laurea? Quanti esami ti mancano? E il/la moroso/a dove l’hai lasciato/a?”
Un sentito grazie alle studentesse e agli studenti che ci hanno fatto questo bel regalo raccontando le loro storie e un augurio speciale esteso a tutte e tutti i fuori sede: che possiate trascorrere questo giorno con i vostri cari.
Buon Natale!

Abigyle Alzetta