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Futuro Verde

A spasso per le aziende del Friuli Venezia Giulia: cooperativa dopo di noi

Molto spesso la gente ignora il significato del termine “fattoria sociale”: oggi sono qui per spiegarvelo, per raccontarvi l’importanza di questo progetto e la dedizione di chi vi lavora. Una fattoria sociale, per definizione, è “una fattoria didattica che ha come principale attività quella del reinserimento sociale di persone che vivono situazioni di disagio”. La definirei troppo fredda, come spiegazione: non permette di comprendere appieno cosa rappresenta, per moltissime persone, un’opportunità simile.

È per questo che ho contattato Lorena Popesso, che mi ha concesso questa intervista per presentarvi la fattoria sociale Dopo di noi, situata a Talmassons.

La cooperativa è stata costituita da cinque socie nel gennaio 2014, ma il progetto originale nasce dieci anni prima: l’idea è quella di sviluppare un’attività che possa ospitare degli utenti in un contesto rurale protetto, dove la stagionalità possa aiutarli a intraprendere un percorso lavorativo senza stress psicologici. Infatti, nonostante all’epoca non fosse regolamentata da alcuna legge, l’attività è sempre stata improntata sul modello della fattoria sociale. La cooperativa si prende cura di un gruppo di utenti non omogeneo, sia per età che per disabilità, al fine di creare un sistema di aiuto reciproco a vari livelli. Attraverso l’organizzazione di laboratori occupazionali, inserimenti lavorativi, laboratori di falegnameria, centri estivi per persone con e senza disabilità hanno creato dei momenti di vera integrazione sociale.

 

Nonostante l’emergenza sanitaria, hanno sempre messo al primo posto i ragazzi, ricevendo un premio anche da Giuseppe Conte: la cooperativa si classifica seconda a livello nazionale per la categoria welfare. 

Com’è nata l’idea della fattoria sociale?

L’idea di lavorare con la disabilità è nata dalla volontà di dare una dignità diversa ai ragazzi. La fattoria è un luogo che permette all’utente di poter svolgere mansioni per soddisfare il bisogno di tutti di rendersi utili e considerati. Il ritmo della natura permette alle persone con difficoltà di poter eseguire qualsiasi compito assegnato; io credo fermamente che la natura determini il nostro orologio e scandisca le nostre ore.

Come riuscite a gestirla, insieme alle spese?

Riuscire a gestire un’attività così non è stato facile perché inizialmente nessuno credeva in questo progetto e non c’è stato alcun aiuto economico da parte delle istituzioni. Se aggiungiamo anche la difficoltà di avvicinare i genitori a una realtà così diversa e inesplorata e l’assenza di una legge che ci potesse collocare in un contesto legislativo, è stata dura. Credere in qualcosa, però, porta sempre i suoi frutti. Ho iniziato a frequentare corsi fuori regione per avere la possibilità di lavorare nel contesto giusto, e per avere un’entrata economica ho realizzato progetti rivolti ai centri diurni e a famiglie con laboratori privati, inserendo anche borse lavoro, e questo ci ha portato una certa notorietà. Per avere un riconoscimento da parte delle istituzioni ho creato la cooperativa sociale. Inizialmente le entrate economiche erano davvero poche, ma
a distanza di quindici anni posso dire che siamo un punto di riferimento per le famiglie.

Cos’altro offre la vostra azienda?

La nostra azienda oggi fornisce anche un servizio per bambini e ragazzi per tutta l’estate con il centro estivo e abbiamo creato una “scuola in fattoria” per l’età dell’infanzia che copre tutto l’anno.

Qual è la parte migliore del lavorare in una fattoria sociale? Sono molte le soddisfazioni?

Rispondere a questa domanda è molto difficile. Sicuramente non lo si fa per un’entrata economica, ma per una propria crescita personale. Lavorare con la disabilità non è una missione, si impara a valorizzare le proprie capacità e a riconoscere i propri limiti, perché ognuno ha le proprie difficoltà. Lavorando in una fattoria sociale si impara a spingersi oltre il quotidiano. La soddisfazione più grande è vedere come insieme (operatori e utenti) si cresce, come insieme si raggiunge un obiettivo, come insieme si vince contro l’ignoranza. Per lavorare in un contesto come il nostro bisogna avere una mente aperta e tanta volontà di mettersi in gioco.

Per contattare la cooperativa:

ognunodivoi.ognunodinoi@gmail.com

Martina Dugaro

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