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Futuro Verde

A spasso per le aziende del Friuli Venezia Giulia: l’azienda agricola Corrado Rino

L’azienda di cui parleremo oggi si trova a Pordenone, più precisamente a Cavasso Nuovo: questo comune estremamente piccolo, che conta meno di duemila abitanti, ha un’origine molto antica e ha fatto molto parlare di sé durante la guerra civile fra partigiani e fascisti, a tal punto da ricevere una Medaglia d’argento al valor militare. Ha anche avuto modo di risollevarsi, ottenendo una Medaglia d’oro al Merito Civile, in seguito al terremoto del 1976.

Panoramica di Cavasso Nuovo dal Meduna

Ho avuto il piacere di intervistare e di chiacchierare con Francesco Corrado, figlio di Rino, fondatore dell’azienda, che attualmente sta studiando e sta cercando di mettersi in proprio per poi, in futuro, ereditare l’azienda. Numerosi sono i servizi offerti, ma ho deciso di concentrarmi sull’apicoltura: un mestiere difficile, che richiede pazienza e, soprattutto, esperienza, avendo a che fare con animali estremamente fragili.

Francesco, per iniziare vorrei domandarti com’è nata l’idea di diventare un apicoltore: c’è qualcosa che ti ha spronato? E qual è l’aspetto migliore di questo lavoro?

Non c’è solo un motivo: ho sempre avuto un attaccamento molto forte verso la natura e il mondo agricolo, sin da piccolo sono stato circondato da tutte le belle cose che possono offrire. Mio nonno era apicoltore, così come mio padre. Un giorno, per curiosità, ho chiesto a mio padre informazioni riguardo un attrezzo apistico fermo da anni in magazzino: qualche giorno dopo ho deciso di buttarmi e ho comprato la mia prima famiglia d’api.

L’aspetto migliore è sicuramente quello dell’andare in apiario a vivere le proprie api, sentirle, guardarle e farsi accogliere dagli odori che loro e il loro prodotto emanano.

Le api sono una specie in pericolo: questo è un fattore che influisce sul tuo lavoro? Ci sono delle norme da seguire proprio a causa di questa situazione di fragilità? I cambiamenti climatici a cui assistiamo ogni giorno influenzano negativamente la tua attività?

Sì, questo fattore influisce molto sul mio operato. All’interno degli alveari ci sono le migliori condizioni per lo sviluppo di parassiti, batteri, virus e muffe e ora, più che in passato, un apicoltore deve essere formato e pronto a cogliere i sintomi di stress delle proprie famiglie di api. Informarsi, seguire buone pratiche apistiche, fare riferimento a enti e/o consorzi di zona è fondamentale. Gli inverni non sono più rigidi come un tempo e questo può indurre la regina a deporre uova nei mesi in cui, insieme alle operaie, dovrebbe riposare. Così facendo l’infestazione da Varroa destructor, un piccolo parassita ormai tristemente presente in ogni alveare, riparte troppo presto. Le gelate tardive abbattono i fiori da cui le api prendono i primi nettari e pollini, mentre le siccità estive assetano la vegetazione e le api.

Qual è stata la sfida più grande che hai dovuto affrontare all’inizio della tua carriera?

La sfida più grande è stata sicuramente capire le api. Tutt’ora, dopo numerosi corsi di formazione e tanti consigli ricevuti da altri apicoltori, ci sono pratiche apistiche a me ancora sconosciute. I ritmi delle api sono molto diversi da quelli dell’uomo, bisogna averne rispetto.

Hai consigli da dare a chi vorrebbe, un giorno, diventare un apicoltore? Qual è il percorso che hai dovuto seguire per diventarlo?

È solo da qualche anno che sono apicoltore, e comunque mi definisco un dilettante allo sbaraglio. La mia storia è nata quasi per caso, ma apicoltori non ci si improvvisa. Ho lavorato tanto, ho chiesto consigli, mi sono informato e ho comprato libri e riviste. Il mio consiglio è di lavorare per qualche apicoltore esperto, creare un proprio bagaglio di conoscenze e rubare con lo sguardo tutta la conoscenza che ci viene offerta.

Oltre alle api, la vostra azienda offre altri servizi: parlacene un po’.

I miei genitori sono allevatori di bovini, ma da almeno un decennio siamo anche produttori della cipolla di Cavasso e della Val Cosa, un presidio slow food. Per quanto riguarda questa coltivazione la nostra stella polare è il biologico, ci impegniamo molto e aumentiamo la produzione di anno in anno pur cercando di mantenere al minimo la meccanizzazione. Ho tante idee per il mio futuro e sicuramente cercherò di realizzarle portando avanti le tradizioni della mia famiglia.

Ringrazio di cuore Francesco per averci fatto conoscere l’azienda della sua famiglia e gli auguro il meglio e di poter realizzare tutti i suoi sogni!

Per informazioni, trovate la sua pagina su Instagram: @azienda.agricola.corrado.

Martina Dugaro

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