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Studenti Senza Frontiere

HSK 1 Corso di lingua e cultura cinese

Care lettrici e cari lettori, sapevate che da diversi anni il centro linguistico del nostro ateneo (CLA) organizza corsi di lingua e cultura cinese?
Quest’anno ho avuto la possibilità di frequentare il primo modulo HSK 1, ossia il corso base per assoluti principianti, e ne sono rimasta entusiasta! Così, decido di condividere con voi la mia esperienza, con la speranza che possa invogliarvi a seguire il corso il prossimo anno.

Informazioni tecniche

Le lezioni sono state tenute dal professor Gao Xu, lettore presso il CLA, presidente dell’Istituto Nuove Vie della Seta con sede a Trieste e maestro calligrafo, da fine febbraio a fine giugno per due giorni alla settimana, in modalità mista: una lezione in presenza e una a distanza.
Alla fine del corso è previsto un piccolo test per verificare le conoscenze acquisite, che tuttavia non abbiamo ancora svolto, poiché in queste ultime settimane il docente ci sta preparando per l’esame ufficiale HSK 1. Sono due test distinti, non tanto per il contenuto, quanto per il riconoscimento che il superamento dell’esame comporta. Il test di fine corso consente eventualmente l’accesso al modulo successivo, sempre organizzato dal CLA, ma non rilascia una certificazione come invece accade con l’esame HSK.
HSK (Hànyǔ Shǔipíng Kǎoshì) è l’esame per ottenere la certificazione per la lingua cinese, introdotto dall’ufficio scolastico cinese Hànbàn intorno al 2005. Esistono sei livelli di HSK, che corrispondono ai sei livelli di competenza articolati nel CEFR (Common European Framework of Reference for Language), dal livello base A1 a quello più avanzato C2. Diversamente dalle certificazioni per altre lingue che spesso hanno una validità limitata nel tempo, l’HSK non ha una data di scadenza, tranne nel caso in cui ci si trovi in Cina per motivi di lavoro o studio; in quelle circostanze, allora, la certificazione ha una validità di un anno, dopodiché è necessario ripetere il test.
L’esame HSK è promosso e somministrato da un ente esterno che collabora con l’Università di Udine, ha un costo di 20 euro e non è obbligatorio. Per il momento né la certificazione HSK né il test di fine corso prevedono il riconoscimento di CFU da parte dell’università, ma non è escluso che dal prossimo anno le cose possano cambiare.

Contenuti del corso

Il corso comprende tre parti: cultura, fonetica e scrittura, anche se in realtà questi tre temi si compenetrano e si completano a vicenda; per esempio, nel momento in cui si studiano i caratteri è fondamentale avere alcuni riferimenti culturali per comprenderne il significato.
Durante le prime lezioni abbiamo iniziato a scoprire diversi aspetti della cultura cinese, parlando di storia, geografia, economia, politica passata e attuale, ma non solo. Il cibo è parte integrante della cultura di ogni paese, quindi, non si poteva certo frequentare un corso di cinese senza una piccola esperienza culinaria. Organizzata ad hoc per gli studenti del primo e secondo modulo presso il ristorante Oriente a Udine, la cena ha previsto un carnet di pietanze al di fuori del menù classico, che spesso comprende piatti non puramente cinesi, ma riadattati per assecondare il gusto degli italiani. Ciò non deve sorprendere in realtà, vale la stessa cosa nelle catene di ristoranti di sushi e ciò non implica che il cibo non sia buono, anzi! L’anno scorso ho dedicato un articolo a un piccolo ristorante filippino ad Aviano (PN) che, invece, presenta proprio piatti tipici! Lascio il link di seguito per chi voglia recuperarlo: Kusina by Lasang Pine-oy. Cucina tipica delle Filippine in FVG – Stuzine (uniud.it).
Per quel che riguarda i contenuti strettamente linguistici, abbiamo iniziato dalla fonetica, con esercizi di ascolto, pronuncia e lettura, tanto in aula quanto a distanza, e solo dopo aver esaurito questa parte siamo passati allo studio dei caratteri.
Non penso di esagerare dicendo che la scrittura cinese sia una forma d’arte. Fare lezione in presenza è stato fondamentale per questa parte del corso: abbiamo avuto la fortuna di esercitarci anche con l’uso di pennelli da calligrafia, gentilmente prestati dal docente, alternando quella che per certi versi è una sorta di pratica meditativa, alla degustazione di varie tipologie di tè (verde, bianco, rosso e nero) importate dalla Cina, ma non ancora in commercio.
Indipendentemente dal percorso di studi intrapreso, le lezioni di lingua cinese proposte dal professor Gao sono accessibili a tutti; non sono richiesti prerequisiti o conoscenze base, si parte da zero. Ritengo sia una vera fortuna che venga organizzato nella nostra università e che sia gratuito per le/gli studenti/esse (vale per tutti i corsi di lingue del CLA).

Durante le lezioni più volte mi ha sfiorato un pensiero: quanto sappiamo poco della Cina! Mi sembra assurdo che a scuola si trascuri una parte così consistente del mondo, come se fosse un sistema troppo diverso e separato da noi (italiani) al punto da non considerare la sua conoscenza come una necessità.
Il corso genera l’occasione di un primo approccio con questa grande civiltà dalla storia plurimillenaria, che differisce da quella europea per molti aspetti, ma che risulta essere sempre più vicina a tutti noi. Oggigiorno davvero la Cina è alle porte, anzi, è già dentro le nostre case, e non mi riferisco solamente alla maggioranza degli oggetti che possediamo, bensì alle grandi aziende, anche italiane, dietro le quali si nascondono grossi investimenti da parte della Cina. Non escluderei che il corso possa rivelarsi utile anche a livello lavorativo, un giorno; poi, diciamocelo, un curriculum che presenta una conoscenza della lingua cinese, seppur minima, o magari una certificazione, balza subito all’occhio.
Consiglio a chiunque di farci un pensiero!

Abigyle Alzetta

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