La vita degli universitari, lo sappiamo bene, è stata notevolmente modificata dall’emergenza sanitaria in corso. Oltre alla teledidattica, di cui la rubrica Voci Di Corridoio si è già occupata in un articolo del mese scorso, il Covid-19 ci ha costretti ad affrontare la chiusura delle biblioteche universitarie.
Già, perché è davvero molto raro che uno studente abbia la possibilità economica di acquistare tutti i libri che gli servono per esami e tesi, e non è scontato che la casa in cui vive sia un ambiente consono allo studio. Immaginate quanto sia stato faticoso, oltre a non poter accedere alle risorse librarie, doversi contendere il tavolo della cucina con la madre in smart working o la scrivania minuscola di una stanza buia con il coinquilino.
Nel primo periodo del lockdown, Uniud aveva pubblicato un elenco dei servizi accessibili online (tra cui la consultazione di titoli in formato digitale offerti dagli editori), permettendo agli studenti di contattare le bibliotecarie per essere aiutati nelle ricerche.
Tuttavia, le richieste di un ampliamento dei servizi erano state molte.
Finalmente, dal 7 maggio, i servizi di cui sentivamo l’esigenza sono stati riattivati, anche se su appuntamento. La novità principale è che, contattando in anticipo le biblioteche e fornendo loro i dati necessari, è possibile usufruire dei servizi di prestito, fornitura documenti e consultazione di testi non prestabili. Questa soluzione, illustrata dettagliatamente sul sito di Uniud (https://www.uniud.it/it/servizi/servizi-studiare/biblioteche), richiede agli utenti un maggior sforzo di organizzazione e attenzione, poiché non ci si può permettere di tornare per un’ulteriore consultazione ogni volta che serve. In questo senso, la pandemia può essere un’occasione per migliorare le nostre soft skills.
Sara Latorre