“Happy Nowruz” o “Nowruz piroz be” sono gli auguri che ci si scambia lungo i percorsi della via della seta dal vicino oriente al sud est asiatico tra il 19 e il 21 marzo. Si accendono i falò, si balla e si canta intorno a ricchi banchetti di cibi tradizionali impreziositi da decorazioni floreali, indossando abiti nuovi e coloratissimi. Questa è l’antica festa sacra dell’equinozio primaverile che affonda le sue radici nella cultura persiana e zoroastriana e simboleggia il Capodanno.
Dall’Albania all’Afghanistan, da alcune repubbliche ex-sovietiche dell’Asia centrale alla Turchia, la festa ha perso nei secoli il connotato sacrale originario assumendo le fattezze di un grande evento culturale e folkloristico che contribuisce all’amicizia fra comunità e popoli diversi. Dal 2009 infatti la festa è entrata a far parte dell’elenco del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’ UNESCO, l’anno successivo è stata riconosciuta dalle Nazioni Unite anche la “Giornata Internazionale di Nowruz” il 21 marzo.
Nell’elenco dei popoli che celebrano questa festa presentato all’UNESCO, i curdi, che pur festeggiano ogni anno e considerano Nowruz il più importante momento di unità nazionale, non sono citati in quanto nazione apolide. La particolare situazione geopolitica del Kurdistan consiste infatti nell’assenza di uno stato- nazione con la conseguente mancanza di confini formalmente riconosciuti. Questa situazione dà luogo a una spartizione coloniale dei territori a maggioranza curda, occupati o annessi a stati limitrofi: in Turchia in Bakur, in Siria all’interno dell’AANES (Amministrazione Autonoma Siria del Nord-Est), in Iraq sotto i diversi governatorati regionali nei 3 distretti di Erbil, Sulaymaniyah e Duhok e in Iran nelle province di Kordestan e Kermanshah. Spesso il popolo curdo ha subito e continua a subire ondate d’oppressione etnica, culturale e linguistica.
A differenza degli altri popoli che considerano il Capodanno una pura occasione di festa e convivialità, come accade fra gli iraniani, per il popolo curdo Nowruz è un simbolo di resistenza politica e rivendicazione della presenza e identità curda nei territori.
In un poema intitolato Kîme ez?, ovvero Chi sono?, il poeta curdo Seyde Cigerxwîn (1903 – 1984) rielabora la storia epica del fabbro Kawe, che si ribella contro il tiranno Zuhak e combatte fino a sconfiggerlo e dar vita a un nuovo Impero Mediano, liberando l’intero popolo dal giogo crudele del tiranno proprio il giorno di Nowruz, “il giorno nuovo” etimologicamente, in simbolo di liberazione da quell’oppressione.
Per i curdi questa leggenda si è fatta metafora dei loro desideri di autodeterminazione e liberazione come popolo.
Alcuni passaggi della poesia:
Uno dei miei antenati era il fabbro Kawa
che uccise Dahak, il famigerato tiranno
per spezzare le catene dalle spalle dei curdi
e salvare molte teste dalla spada e dalla morte.
Il giorno in cui il suo regno vizioso terminò
fu chiamato Newroz, il Nuovo Giorno.
Quando Newroz arriva, l’inverno se ne va
portando con sé i tempi bui e duri
per fare posto alla luce e al calore.
Questo è il momento, come dice Zoroastro,
lo spirito malvagio Ahriman viene sconfitto
per mano di Ormazd, il dio della saggezza e della luce.
Chi sono?
Kawey hesinker bav û kalê min
Perçiqand serê Zehakê dijmin
Ji gerdana kurd
Wî şikand zencîr
Serê me parast
Ji birîn û şûr
Roja hat kuştin xwînmijê dilsoz
Goya dibêjin: – Ew roj e nûroz
Zivistan diçî
Ew rojên ne xweş
Parêz dibî kurd
Ji dêwê zergeş
Wesan dibêjî Zerdeştê rêzan
Ehreman dişkê Hirmiz tê meydan
Kîme ez?
Io sono il creatore di Newroz;
di nuovo diventerò il padrone di me stesso,
il sovrano della mia terra
in modo da poter godere dei frutti dei miei frutteti,
assaporare i vini sacri delle mie vigne
e porre fine a un’era oscura
cercando la salvezza nella conoscenza e nella scienza;
Farò un altro nuovo giorno
e respirerò l’aria pura della libertà”
Rêber Apo (Abdullah Öcalan) ha definito il popolo curdo il popolo del Newroz, in quanto, grazie a loro, la festa ogni anno è emersa anche come serhildan (rivolta popolare), facendo fede al significato originale di resistenza identitaria in difesa della libertà, simboleggiata dal fuoco acceso al centro delle piazze per l’occasione.
Da quanto riporta Rete Kurdistan Italia, nelle celebrazioni del 2022 si è assistito ad aggressioni e arresti in piazza durante le celebrazioni, in particolare a Diyarbakır, in Bakur, dove la polizia ha usato idranti e lacrimogeni sugli astanti.
Nonostante questo, sulle montagne del Kurdistan dal Rojava al Başûr si sono tenute le celebrazioni del Newroz in concomitanza col 50° anniversario della fondazione del Movimento di Liberazione curdo, con lo slogan “Adesso è il momento del successo/ Dem dema serkeftinê ye”, ovvero: è giunto il tempo della vittoria del confederalismo democratico, con tutta la freschezza primaverile che porta con sé questo coraggioso messaggio.
FONTI:
• https://it.frwiki.wiki/wiki/Kaveh
•https://www.google.com/amp/s/m.jpost.com/middle-east/iran-kurdish-regions-prepare-for-nowruz-festival-662599/amp
• https://m.jpost.com/tags/kurdistan
https://m.jpost.com/middle-east/the-struggle-to-achieve-recognition-for-kurdish-north-and-east-syria-674637
• https://ekurd.net/kurds-celebrate-kurdish-new-2019-03-21
•https://www.researchgate.net/publication/341495285_Newroz_from_Kurdish_and_Persian_Perspectives_-A_Comparative_Study
•https://www.kurdishinstitute.be/en/kawa-and-the-story-of-newroz/
• https://www.antoloji.com/kime-ez-siiri/
• http://uikionlus.org/cemil-bayik-newroz-significa-resistenza/
•https://en.unesco.org/commemorations/nowruzday
Crediti immagini:
• Carola Cappellari, Diyarbakryr
• Via@iambabykilla , Amed
Jessica Perra