Questa ricetta è nata dal mio spiccato spirito competitivo, poiché un giorno osai giudicare la vellutata di zucca di mia madre e quest’ ultima tuonò, ingenuamente, cinque nefaste parole: “Prova a fare di meglio”. Ometterò per questioni di privacy il fatto che discutemmo animosamente (sì, per una vellutata di zucca) e che il diverbio si concluse con le solite massime da genitore rodato: “Non sei al ristorante e se credi che questa casa sia un albergo, comincerò ad addebitarti il servizio in camera”. Ora, considerato che tutti i miei affetti stabili hanno giudicato la mia ricetta migliore di quella della matriarca in questione, posso dire con un certo orgoglio che sì, esiste qualcosa che so fare meglio di mia madre, ma non sono le bambine.
Zucchenberg
Ingredienti per quattro braccia rubate all’agricoltura:
-Zucca, mezzo kg;
-Guanciale, un etto;
-Ricotta affumicata;
-Pane;
-Rosmarino;
-Spicchio d’aglio;
-Scalogno;
-Sale e pepe;
-Olio EVO;
Considerate questa ricetta un dono divino.
- Prendete la zucca. Ora posatela. Proprio come le gioie, se ne vedete una la dovete mettere giù perché non vi pertiene. Scherzo, prendete la zucca e sbucciatela tutta, è un lavoro tale che vi pentirete di aver deciso di replicare questa ricetta. Dopo averla sbucciata fatevi i complimenti, è una mansione che vi farà venire voglia di subappaltare Cracco la prossima volta. Tagliate la zucca a cubetti e mettetela a lessare in acqua salata. Una volta raggiunto il bollore, contate venti minuti e infilzate un cubetto con la forchetta, se è morbido potete scolare la zucca, altrimenti dovete continuare la cottura per N minuti, finché la zucca sarà morbida.
- Riservate la zucca scolata. In una pentola alta mettete due giri di olio evo e uno spicchio d’aglio schiacciato. Tritate senza impegno lo scalogno perché tanto nessuno vi nominerà commendatori della repubblica per aver fatto un buon lavoro. Fate rosolare lo scalogno nell’olio insaporito dall’aglio. Quando il soffritto sarà dorato, unirete i cubetti di zucca scolati, dovrete salare e pepare, amalgamando il tutto.
- È il momento del raid. Cercate e trovate l’aglio, deve sparire. Trasferite la zucca amalgamata con il soffritto in un frullatore e mentre il composto frulla, nella stessa pentola in cui avete cotto la zucca, fate dorare metà del guanciale tagliato a striscioline. Versate tutta la zucca frullata nella pentola dove ora giace indifeso il guanciale e mescolate come impastatrici. Aggiungete mezzo bicchiere d’acqua, la consistenza deve essere quella di una vellutata, non di un purè.
- In una padella a parte, fate dorare l’altra metà del guanciale. Ritirate e riservate il guanciale una volta pronto. Tagliate a cubetti il pane (il pan bauletto va benissimo) e lasciatelo abbrustolire nella padella in cui avete fatto dorare il guanciale. Aggiungete del rosmarino, sale e pepe. Quando i crostini saranno dorati potrete dirvi pronti ad impiattare.
- Prendete una fondina, un piatto fondo, una ciotola, la scodella del cane, una pirofila, ciò che vi va meglio per mangiare. Versate la vellutata con cautela per non sporcare la porcellana e per non sprecare sostanza. Trattenendo il respiro, adagiate con affetto e orgoglio il guanciale che avevate messo da parte. Respirate. Bisogna avere la mano ferma altrimenti va tutto a picco e i vostri sforzi non saranno stati altro che un inutile saluto all’isola del Giglio. Ora disponete i crostini al rosmarino come vi va meglio, o direttamente sulla superficie della vellutata o in un piattino a parte. Io li preferisco a lato perché quando vedo i crostini affondare mi torna in mente il naufragio della Provvidenza e mi vengono gli occhi lucidi. Adesso prendete la ricotta affumicata e grattugiatela direttamente sulla vellutata, non troppa ma non troppo poca. In ultima istanza versate un giro d’olio evo a crudo e macinate un po’ di pepe nero in superficie.
Juliana de Azevedo Frasson