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Ventunesimo Secolo

La Finanza è veramente un mostro?

Film, serie tv, racconti ed esperienze di grandi truffe e truffatori hanno contribuito a creare negli anni un’immagine distorta e pregiudizievole della finanza e del suo ruolo nell’immaginario dell’opinione pubblica. Ma è davvero così? Il mondo finanziario e i suoi operatori sono semplicemente degli squali affamati di profitto, pronti a tutto pur di ottenere un guadagno personale, anche a scapito dei poveri innocenti, o c’è molto di più? A essere onesti, bisogna affermare che nel mondo del capitalismo si sono verificate molte grandi truffe che hanno letteralmente lasciato prive dei loro risparmi una moltitudine di persone. Questi fatti hanno senz’altro contribuito a creare un clima di sfiducia da parte dei piccoli consumatori nei confronti di un mondo complesso e ambiguo. Va aggiunto che i giornali hanno alimentato questa tensione, continuando a sfoderare attacchi diretti ai gestori di fondi d’investimento e mostrando principalmente il lato oscuro della finanza moderna. Ma la finanza non è solo materia oscura. Probabilmente sono poche le persone che si chiedono come facciano a prosperare le aziende che vendono i prodotti ai quali sono tanto affezionati e che generano valore nelle loro vite, come facciano a svilupparsi le start-up innovative o i laboratori di ricerca che trasmettono al mondo quelle innovazioni che migliorano la sua stessa vita e quella dei suoi abitanti. La risposta a queste domande è molto semplice: è la finanza che realizza il collegamento tra scienza e tecnologia da un lato e bisogni delle persone dall’altro, è questo strumento che permette di veicolare l’evoluzione sociale delle esigenze degli individui nelle istituzioni che permettono di realizzarle in concreto, ovvero le imprese. Quindi, i fondi d’investimento non esistono per sottrarre i capitali alle persone, ma per far sì che le ingenti somme di denaro arrivino a quelle imprese che miglioreranno il mondo e la vita delle persone.

La finanza, anche se esiste ormai da tempo, è un tema sempre al centro dell’attenzione e sempre più importante nel mondo odierno, in cui la società si trova di fronte a questioni importanti come la sostenibilità ambientale e, quindi, la lotta al cambiamento climatico, la tutela dei diritti delle donne e di altre categorie, la ricerca di un miglioramento nelle condizioni di lavoro e in cui l’ammontare e la disponibilità di capitale non è mai stata così elevata. Per realizzare questi obiettivi ambiziosi il mondo del capitale è uno dei mezzi fondamentali per indirizzare le istanze provenienti dalle persone e dalle comunità verso le imprese e le loro strategie, affinché adottino le misure e i piani necessari per soddisfare questi bisogni evoluti. Quindi, la finanza “costringe” le imprese ad assumere un atteggiamento proattivo nei confronti di un ambiente in continuo cambiamento e diventa uno strumento di selezione naturale, perché a sopravvivere saranno solamente quelle aziende in grado di fare propri e di condividere con le persone questi grandiosi obiettivi. In sostanza, è un mezzo di comunicazione e un tool per realizzare un cambiamento positivo con effetti a lungo termine.

Come si evince, la finanza non è solo un mondo pieno di personaggi avari ed egoisti, ma è fatto di persone e società intenzionate, tramite il capitalismo, a creare un mondo in cui persone ed imprese siano sempre più in contatto, creino relazioni e usino queste leve per condividere obiettivi e scopi con la capacità di generare valore per entrambi. Personalmente, credo che come mai prima la finanza abbia oggi il ruolo di catalizzatore del cambiamento e dello sviluppo umano. Per questo è importante che le persone ne prendano coscienza e inizino a mostrarle la fiducia che merita, senza dimenticare che la base per realizzare questo grande disegno è la capacità di generare rendimenti per gli investitori che deriva a sua volta dalla capacità dei gestori di patrimoni di individuare le imprese migliori, anche e soprattutto, sotto il profilo della redditività a medio-lungo termine. Ma questo è un capitalismo nuovo, che crea relazioni non solo economiche, ma basate sulla capacità di condividere valori e obiettivi, in un’ottica fondata sul pluralismo e sulla partecipazione.


Federico Coppo

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