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Il Salotto Letterario

Biblioterapia – Come un libro può salvarti la vita

Tutti sanno che un libro può essere usato per informarsi, studiare o intrattenersi, ma pochissime persone sono a conoscenza del suo possibile utilizzo come strumento di terapia: la biblioterapia è quel ramo della psicologia che si occupa di lettura per l’analisi dei sentimenti.

Ci sono numerosi riferimenti ai libri considerati come medicina: nell’Antica Grecia, in Egitto – dove, nel 1272, brani del Corano venivano letti in un ospedale del Cairo –, ma anche in età ellenistica. La scritta incisa sulla famosa biblioteca in Alessandria d’Egitto descrive il luogo come “ospedale dell’anima. Nonostante il termine biblioterapia sia stato coniato solo nel 1916 da Samuel Crothers in uno dei suoi saggi, non si tratta dunque di una tecnica nuova.

Ma in cosa consiste, precisamente, la libroterapia? Il terapista, ovviamente dopo aver approfonditamente parlato con il paziente e studiato il caso, può selezionare un libro-specchio della sua situazione di vita. L’analisi del soggetto, il protagonista, i suoi sentimenti e le sue azioni possono dare inizio a un processo di introspezione. È un ottimo metodo per sviluppare l’intelligenza emotiva dell’individuo, stimolare la sua crescita individuale e l’autostima. La biblioterapia, è importante specificarlo, non si occupa del significato del libro, ma solo delle riflessioni che può suscitare.

Infatti la biblioterapia è suddivisa in due branche: quella clinica e quella dello sviluppo. La prima, come dice il nome, è svolta da figure professionali quali medici e psichiatrici e richiede quindi una diagnosi e un piano di cura. La seconda, invece, è spesso utilizzata da educatori di ogni genere, come insegnanti o mental coach, e si focalizza sulle potenzialità inespresse o sul modo di pensare e vedere il mondo.

La libroterapia favorisce l’attività cognitiva, aspetto fondamentale per chi soffre di disturbi che possono rendere una persona passiva fisicamente e mentalmente. Permette di esprimere emozioni represse, poiché la persona è costretta, immedesimandosi nel personaggio, a condividerne le emozioni.

Ha effetti ancora migliori su bambini e anziani. Nel primo caso aiuta lo sviluppo dell’immaginazione e la sensibilità, oltre che fornire insegnamenti morali e comportamentali. Nelle persone d’età avanzata, ha dimostrato essere una terapia in grado di combattere la monotonia della vecchiaia e aiuta a tenere la mente allenata e attiva.

È una terapia molto diffusa nel mondo, soprattutto negli Stati Uniti, ma in Italia ha avuto una lenta diffusione per due motivi: il diffuso analfabetismo nel ventesimo secolo e la forte presenza della chiesa cattolica in Italia, che ha scoraggiato la scelta autonoma di libri, e soprattutto di determinati testi, per parecchi decenni.

Nonostante ciò, sono nati numerosi gruppi di biblioterapia, riunioni online ma anche dal vivo. Le persone si riuniscono per ripercorrere insieme la lettura, darsi consigli e condividere le loro emozioni. Un esempio è biblioterapiaitaliana.com, un sito che offre maggiori informazioni sul tema e vari laboratori.

Martina Dugaro

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