All you need is your own imagination
So use it, that’s what it’s for (that’s what it’s for)
Go inside for your finest inspiration
Your dreams will open the door (open up the door).
Vogue, Madonna, 1990.
Certe mostre, dipende chiaramente dal soggetto dell’esposizione, si prestano perfettamente a essere accompagnate da un sottofondo o, come direbbero gli esperti, da un tappeto musicale che ci segua in modo adeguato durante la visita, amplificando la nostra percezione dell’oggetto esposto.
È il caso di Chronorama – Tesori fotografici del 20° secolo, esposizione fotografica presso Palazzo Grassi a Venezia fino a domenica 7 gennaio 2024, a scanso di equivoci priva di qualsivoglia tappeto musicale. La giusta musica qui sarebbe Vogue di Madonna, un vero standard della fine del secolo scorso, citato nel titolo della mostra. Vuoi perché al Grassi sono esposti parte dei tesori fotografici dello sterminato archivio della Condè Nast, guarda caso la casa editrice della rivista Vogue, vuoi perché le oltre quattrocento foto ci raccontano, con un certo ritmo, un mondo per lo più immortalato da un sofisticato bianco e nero, dove tutto è stile e perfezione estetica, come nel video della canzone, diretto da David Fincher.
What are you looking at?
Vogue, Madonna, 1990.
Il percorso espositivo è cronologico, decade dopo decade si snoda l’intero secolo dell’immagine, così come ricorda l’introduzione, paragonandolo al XIX, definito come il – e forse l’ultimo – secolo della parola scritta. Ma le immagini, a loro modo, si sa, parlano, e lo fanno con questa galleria di ritratti di celebrità (tante) o perfetti sconosciuti (pochi), come pochi sono i paesaggi ma molti sono gli attimi di vita catturati, non necessariamente attinenti alla patinata estetica della fotografia di moda. Infatti, gli archivi presi in esame, includono oltre alla citata Vogue, altre riviste del gruppo editoriale che vanno da Vanity Fair a House & Garden, fino a The New Yorker. Indubbiamente uno sguardo fin troppo wasp (white anglo-saxon protestant) occidentale e poco inclusivo, visto con gli occhi della società e delle mode attuali. Ma la pretesa non è certo quella di un’indagine sociale, piuttosto quella della perfezione estetica.
It makes no difference if you’re black or white
If you’re a boy or a girl
If the music’s pumping it will give you new life
You’re a superstar
Yes, that’s what you are, you know it.
Vogue, Madonna, 1990.
Per questo lo spazio espositivo si fa bianco assoluto senza nessuna interferenza – veneziana – esterna, tanto da farci pensare che forse siamo anche noi dentro gli archivi della Condè Nast. Alle pareti ordinate come soldati in rassegna, ammiriamo questa serie di foto perfettamente incorniciate e impaginate che dispiegano tutte le sfumature di bianco e nero che l’occhio umano può immaginare. Ogni tanto, giusto per interrompere la monotonia cromatica, esplode del colore, non necessariamente sotto forma di foto, ma di illustrazione. Quelle deliziose copertine disegnate che fino agli anni Trenta impreziosivano le riviste e che poi abbiamo visto solo nei libri di fiabe, ma che denunciano con il mutare dello stile dei loro tratti il passare delle mode dei primi decenni del secolo.
Anche se la mostra termina – solo – con gli anni Settanta, si ha davvero l’impressione di aver attraversato il secolo breve, perché nessuna delle icone della contemporaneità è stata dimenticata, evocando una memoria collettiva che ci fa dare un nome a ogni volto ancor prima di leggere la didascalia accanto. Seppur il fotoritocco nasca un secondo dopo la fotografia stessa, nessuno resta indifferente di fronte alla bellezza e alla perfezione di questi ritratti, che sembrano aver incapsulato i migliori anni, una giovinezza resa immortale dall’arte della fotografia. E allora che Vogue sia!
Greta Garbo and Monroe
Dietrich and DiMaggio
Marlon Brando, Jimmy Dean
On the cover of a magazine
Grace Kelly, Harlow, Jean
Picture of a beauty queen
Gene Kelly, Fred Astaire
Ginger Rogers, dance on air
They had style, they had grace
Rita Hayworth gave good face
Lauren, Katherine, Lana too
Bette Davis, we love you
Ladies with an attitude
Fellas that were in the mood
Don’t just stand there, let’s get to it
Strike a pose, there’s nothing to it.
Vogue, Madonna, 1990.
PS: Chronorama ha un legame speciale con Stuzine, perché la nostra redattrice Marina Zorz, ha partecipato alla realizzazione dell’esposizione. Un motivo in più per vederla!
Ulteriori informazioni sull’esposizione a questo link
Michele Vello