L’Italia conquista un nuovo record negativo: meno di un elettore su due è andato a votare.
L’affluenza è calata del 6,29 % rispetto a quella registrata alle Europee del 2019 (54,5%). Niente di inaspettato. Nonostante l’Italia vantasse una partecipazione superiore rispetto a quella media del resto dell’Ue, l’affluenza degli elettori italiani alle elezioni è costantemente in calo nel tempo, in parte in controtendenza con il leggero aumento avvenuto in Germania e in Francia.
Il calo sarebbe stato anche maggiore se non si fosse votato anche per le elezioni comunali. Oltre tremila Comuni hanno chiamato alle urne oltre 17 milioni di elettori, la maggior parte dei quali, dovendo votare per il sindaco, hanno espresso la loro preferenza anche per le europee. Per stimare l’impatto di questo effetto basta guardare i dati sull’affluenza, confrontando i Comuni dove si è votato sia per le europee che per le comunali con quelli in cui si è votato solo per le europee. Da una prima analisi del Cise pare che lo scarto sia in media di 17 punti.
L’elettorato si sente più mobilitato dove a essere chiamato in causa non è solo il tema dell’Europarlamento ma, soprattutto, il voto locale. Da Nord a Sud, i cittadini italiani votano con maggior entusiasmo e attenzione pensando alle dinamiche di prossimità piuttosto che al destino dell’Europa e alle grandi sfide sistemiche.
Confronto generazionale
Sono quasi 24 mila gli studenti fuorisede che hanno ottenuto il permesso di votare senza dover rientrare nel proprio comune di residenza. Ha poi effettivamente votato l’80,8% di chi ha potuto beneficiare di questo permesso elettorale, ossia oltre 19 mila. Nonostante il passo in avanti introdotto l’accesso resta complicato e ha coinvolto solo il 4% dei circa 591 mila studenti fuorisede presenti in Italia.
Alleanza verdi e sinistra è la lista più votata da questa fetta di elettorato. Avs ha raccolto il 40,5% delle preferenze degli studenti fuori sede che hanno fatto richiesta di votare a distanza.
Secondo i sondaggi il partito più votato dagli under 30 è il Partito Democratico invece gli over 30 si sentono più rappresentati da Fratelli d’Italia.
Si conferma così la grande distanza generazionale nelle scelte di rappresentanza. Una situazione in cui, chi del futuro farà parte, non riesce oggi a far valere la propria voce a causa degli squilibri demografici.
Divario fiscale
Come già avvenuto in passato, l’affluenza al voto in Italia è stata più alta nelle regioni settentrionali rispetto al resto del Paese. La circoscrizione con il maggior numero di persone che si sono recate alle urne è quella Nord Occidentale (Liguria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta). La tendenza si conferma quella di una partecipazione elettorale particolarmente bassa nelle regioni meridionali e insulari, soprattutto nelle aree dove la povertà cresce e la presenza delle istituzioni diminuisce.
I dati dimostrano che l’affluenza alle urne è superiore nelle zone dove il reddito è più alto. Chi ha bisogni primari da soddisfare non è interessato ad ascoltare dibattiti e proposte su tematiche di più ampio respiro. Questo vale ancora di più per il rinnovo del Parlamento europeo, un’entità percepita come troppo lontana e incapace di condizionare la quotidianità delle persone.
La scarsa affluenza elettorale è una sconfitta per l’intera democrazia, ma in particolare per coloro che vedranno ridursi i loro consensi in misura maggiore degli altri. L’astensione colpisce in modo diverso le varie forze politiche che si distinguono anche per le proposte in materia di supporto alla povertà e welfare.
L’Europa che verrà
Il voto mostra ciò che ci si attendeva, cioè la grande crescita dei partiti di destra. Nonostante questo risultato le fondamenta della politica europea restano per ora intatte: sussiste la possibilità di ricreare la stessa alleanza che ha governato a Bruxelles negli ultimi dieci anni, il PPE ha ottenuto il numero di seggi più alto e proporrà al Consiglio Europeo la nomina della presidente uscente, Ursula von der Leyen. La presidente si ritrova oggi con una maggioranza più ristretta e dovrà cercare altri consensi. Se sceglierà di rivolgersi ai conservatori invece che ai verdi c’è da aspettarsi una legislatura in cui temi come l’ambientalismo e i diritti civili avranno meno spazio rispetto al passato a favore di politiche industriali, protezionismo e investimenti in difesa.
Sara Cotic