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Shōnen Jump nel XXI Secolo: evoluzione, innovazione e il futuro del manga

Ci troviamo nella Tokyo del 1925, quando la Shōgakukan, fondata nel 1922, crea la propria divisione dedicata all’intrattenimento. Nasce così Shueisha, che si distacca in poco tempo diventando indipendente, per poi essere nuovamente incorporata da Shōgakukan nel 1949. Tutt’oggi queste due società, insieme a Hakusensha, nata da Shueisha nel 1973, formano uno dei più grandi gruppi editoriali del Giappone, il gruppo Hitotsubashi. Hanno il controllo di una grossa fetta del mercato fumettistico giapponese, ma oggi ci concentreremo sulla storia editoriale di Shueisha e soprattutto sul suo futuro, che, nonostante l’attuale pubblicazione del manga più venduto di sempre, potrebbe non essere così certo come si può pensare.

Parlando di Shueisha, non si può non parlare della sua rivista di punta, Weekly Shōnen Jump, che ha dato i natali a svariate opere che hanno dominato non solo il mercato giapponese, ma anche quello globale. Al momento, la rivista ha una tiratura di circa 3 milioni di copie settimanali, un dato impressionante, che diventa ancor più significativo se si considera che è meno della metà del picco raggiunto durante il suo periodo di massima fama. Shōnen Jump ha attraversato diverse fasi nel corso della sua storia, e la chiave del suo successo duraturo è stata la capacità di adattarsi.

Sarebbe impossibile trattare tutte queste fasi in un singolo articolo, quindi mi limiterò a introdurre le più recenti, per costruire delle basi su cui analizzare il possibile futuro della rivista. Nel 1983 inizia la pubblicazione di Hokuto no Ken (北斗の拳), conosciuto in Italia come Ken il Guerriero. Questo manga di grande successo ha rivoluzionato la narrazione e lo stile del fumetto giapponese, aprendo la strada a Doragon Bōru (ドラゴンボール), conosciuto in Italia e nel mondo come Dragon Ball, che ha fatto vivere il periodo d’oro a Weekly Shōnen Jump, con tirature che raggiungevano i 6,5 milioni di copie settimanali. L’eredità di Dragon Ball è enorme, tutti gli artisti da esso influenzati hanno permesso alla rivista di vivere un altro dei suoi grandi cicli, il periodo dei Big Three.

I Big Three non sono altro che Naruto, Bleach e One Piece, che per gran parte della loro contemporanea pubblicazione hanno avuto vendite altissime e hanno portato al successo Shōnen Jump. Questo trio, nato sotto l’influenza del maestro Akira Toriyama, si rifà molto allo stile pulito di Dragon Ball, al suo power system e alle tipologie di saghe.

Ma è a questo punto che iniziano a emergere i primi problemi per Shōnen Jump. Con la conclusione di Bleach e Naruto, l’unico manga rimasto ancora oggi in pubblicazione dei tre è One Piece. Negli anni One Piece ha avuto il “fardello” di dover portare avanti la rivista quasi da solo, perché nonostante le varie opere di successo pubblicate nel tempo, nessuna è riuscita a raggiungere il suo successo o quello di uno dei Big Three. I manga che hanno accompagnato One Piece sono vari:

Hunter × Hunter (ハンター×ハンター): ancora in pubblicazione, ma a causa della salute dell’autore ha una pubblicazione irregolare.

Demon Slayer – Kimetsu no yaiba (鬼滅の刃): opera che ha avuto un breve ma enorme successo, concluso nel 2020.

Black Clover (ブラッククローバー): ha avuto grande successo, ma è avviato verso la conclusione ed è stato spostato sulla rivista Jump GIGA.

My Hero Academia (僕のヒーローアカデミア): concluso il 5 agosto 2024, è stato uno dei più grandi successi degli ultimi anni.

Il perché di questa lista, che potrebbe andare ancora avanti, è presto spiegato. One Piece è vicino alla sua fine. Si concluderà in pochi anni e non è ancora stato trovato un successore. Nonostante il grande successo di queste opere, nessuna è riuscita a smuovere costantemente grosse fette di mercato. La paura di non aver trovato un possibile successore per One Piece in casa Shueisha è palpabile. La possibilità di un calo drastico delle vendite alla conclusione di One Piece è concreta, e lo si può percepire in tutte le ultime manovre di marketing e pubblicazione di Shueisha.

La spasmodica ricerca della nuova “Big Hit” è evidente: le nuove pubblicazioni sono aumentate rispetto al passato, ma anche le cancellazioni di opere con pochi anni di vita e con una lunga storia ancora da raccontare. Si sperimenta molto, ma al costo di tagli netti in caso di fallimento immediato, senza dare alle opere il tempo di crescere. Forse, alcune sono state troncate prima di poter pienamente sbocciare. Solo il tempo potrà dirci se questa decisione pagherà o meno. O forse non c’è bisogno di attendere?

I primi risultati si possono già vedere analizzando un’altra delle loro recenti strategie. Negli ultimi anni, il mercato digitale ha guadagnato sempre più importanza nel settore editoriale giapponese. Shueisha ha quindi puntato su questa scommessa, creando non solo un’applicazione per leggere il loro catalogo, ma anche pubblicazioni esclusive digitali. Questa scelta sembra aver pagato, dato che molti degli ultimi successi provengono proprio da opere digitali. Non essere legati alla storica rivista cartacea permette agli autori di avere una pubblicazione meno serrata e più libertà artistica sia nel disegno che nelle storie. Un esempio simbolico di questo cambiamento è Takopii no Genzai (タコピーの原罪), pubblicato in Italia con il titolo Takopi’s Original Sin. È una storia cruda, tagliente e soprattutto breve. Nonostante il grande successo, l’opera è terminata con il secondo volume, non per tagli imposti ma perché la storia richiedeva una lunghezza simile. Cosa impensabile anni fa, quando si preferivano pubblicazioni destinate a durare anni sulla rivista, anche allungandole pur di non far terminare il successo.

Un’altra dimostrazione del voler puntare al digitale è lo spostamento di una delle opere di punta dal cartaceo al digitale. Chainsaw Man (チェンソーマン) incarna lo spirito della nuova generazione di lettori, motivo per cui ha raggiunto la fama attuale. Successo che Shueisha ha voluto sfruttare per spingere ancor di più l’uso del digitale. 

Shueisha sta lentamente creando le basi per il futuro, forse non cercando un vero e proprio successore come in passato, ma puntando su opere più libere e brevi. Permettendo così agli autori di esprimersi al meglio, anche se ciò comporta un taglio netto in caso di fallimento. Insieme all’uso del digitale, potranno questi cambiamenti permettere a Shōnen Jump di continuare ad essere una delle riviste per ragazzi più lette al mondo? Risposte certe non ne ho, ma forse potremmo essere sulla giusta strada.

Vincenzo Cavaliere

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