Abbiamo trattato di diversi media provenienti dal Giappone, ora volevo parlare di uno dei più singolari del Sol Levante. Stiamo parlando delle Visual Novel, che si possono paragonare a dei librigame digitali. L’utente vivrà la storia attraverso immagini accompagnate da testo e colonne sonore. La maggior parte delle Visual Novel offre delle possibilità di scelta, che fungono da crocevia e permettono di cambiare l’esito finale della storia o dei singoli personaggi. Inoltre, spesso ma non sempre, sono presenti puzzle e giochi di logica da risolvere. Va aggiunto che lo stile di narrazione si avvicina a quello delle Light Novel (romanzi leggeri), caratterizzati da una scrittura più breve, diretta e con molti dialoghi.
Il primo esempio importante di Visual Novel è stato The Portopia Serial Murder Case, pubblicato nel 1983, creato dal designer e scrittore Yuji Horii. Nel tentativo di portare in Giappone le avventure grafiche, un genere videoludico molto popolare in America all’epoca, hanno involontariamente creato il capostipite di un nuovo genere. Come suggerisce il titolo, il gioco è incentrato sulla risoluzione di un omicidio tramite varie interazioni e puzzle, con una narrazione che ricorda quella di un libro.
Con il diffondersi del genere in Giappone, le Visual Novel hanno acquisito uno stile estetico sempre più definito, con la maggior parte che adotta uno stile “anime”, sia nella struttura narrativa che nell’aspetto visivo. Alcune Visual Novel sono diventate così popolari da generare vari prodotti tie-in (adattamenti commerciali come manga, anime e altri media che riprendono personaggi, ambientazione e trama dell’opera originale, questo strumento di marketing viene molto utilizzato in giappone).
Per avvicinarsi al genere, è consigliabile partire dalle opere più famose che hanno stabilito degli standard che poi ritroveremo in molti altri giochi. Le tre serie di Visual Novel, che a mio parare hanno raggiunto tale status sono: Danganronpa, Fate e Steins;Gate.
Danganronpa è sicuramente la più interattiva delle tre; oltre a testi e scelte, presenta vari puzzle, come quello di individuare le contraddizioni nelle affermazioni dei personaggi durante i processi. Nel gioco ci troviamo in una scuola frequentata dagli studenti “ultimate“, cioè i migliori in vari ambiti (baseball, gioco d’azzardo, hacking, detective, ecc.), e per sopravvivere devono riuscire a commettere un omicidio senza venir scoperti, pena la loro esecuzione. In caso di successo invece, saranno giustiziati tutti gli altri studenti.
In Fate ci ritroviamo in un mondo dove i maghi, in determinati periodi, combattono per ottenere il Sacro Graal, grazie all’aiuto dei loro “servant“, incarnazioni di figure storiche come Carlo Magno, Ercole o Giovanna d’Arco. Il gioco è meno interattivo e più orientato alla narrazione testuale.
Steins;Gate dei tre è quello che ha ricevuto l’adattamento anime più fedele, grazie alla sua trama ricca di intrighi. La storia segue un giovane scienziato che accidentalmente crea una macchina del tempo, trovandosi così coinvolto in situazioni governative complicate e in vari loop temporali per cercare di salvare le persone a lui più care. Anche in questo caso ci si concentra molto sulla narrazione a discapito dell’interattività.
Il mondo delle Visual Novel è davvero immenso e questa non è stato altro che uno scalfire la superfice di un pianeta che nasconde immensi tesori. Spero ciò sia bastato a convincervi ad immergervi in queste avventure, che grazie al mezzo permettono di vivere le storie in una maniera unica e originale. El psy kongroo.
Vincenzo Cavaliere