odore /o’dore/ s. m. [lat. odor -oris]. – 1. [sensazione specifica dell’organo dell’olfatto, che può essere gradevole o sgradevole, anche con la prep. di: sentire un o. (di bruciato)] ≈ ‖ sentore. ⇓ profumo, puzza.
Non lo definirei un hobby, quanto una vera e propria passione. Qualcosa che viene naturale come respirare, ma che allo stesso tempo sorprende ogni volta, lasciando un solletichio in fondo allo stomaco e gli occhi splendenti di meraviglia; e questo accade quando in casa, per strada, in un posto e momento qualunque, passa attraverso le mie narici un profumo.
Gli odori possono essere vecchi amici che si incontrano dopo tanto tempo, o persone mai viste, sconosciute e familiari assieme, intriganti oppure inquietanti. Gli odori parlano di posti, di gente, di cose nuove o già vissute, sono fatti di sorpresa e nostalgia. Le nostre stesse memorie possiedono un determinato odore. Talvolta qualcuno per strada mi passa di fianco, e con la sua scia di profumo mi intrappola immediatamente in un ricordo, vago e preciso insieme. Preciso perché sono assolutamente certa di riconoscerlo; la vaghezza, che diventa talvolta il mio piccolo tormento, sta nel non riuscire spesso a ricordare a chi, oppure a cosa, sia legato quello che ho sentito. E questo può notevolmente aumentare l’emozione suscitata dal profumo in questione. È come se profumo e ricordo siano un tutt’uno, una miscela che esplode nel mio naso e mi invade la testa, e il tutto può avvenire dolcemente ma inesorabilmente, o in modo fulmineo e sfuggente. Nel momento in cui un odore colpisce fisicamente, lo fa anche emotivamente, e questo avviene in maniera praticamente simultanea, dato il legame strettissimo presente tra naso e cervello.
Mi sono da poco trasferita a Venezia, città sempre ricca di stimoli e sorprese, ed è diventata un’abitudine divertente uscire di casa e cercare di identificare, e ogni tanto annotare, gli innumerevoli odori che sento mentre cammino. Alcuni sono inaspettatamente piacevoli, come il profumo indossato da un passante o quello del bucato steso su di un filo, altri penetranti e prevedibili, come il forte odore di acqua stagnante proveniente da certe calli o quello del mercato del pesce. Ogni luogo possiede i propri odori, ma credo che Venezia possa rappresentare un caso particolare anche in questo ambito; forse ha a che fare con la conformazione della città, che pare come racchiudere e trattenere stretta dentro dì sé la propria essenza.
È affascinante immaginare i diversi aromi che si potevano sentire passeggiando per la Venezia di un tempo, costantemente attraversata da mercanti provenienti da luoghi lontani.
Un assaggio di questo passato viene offerto oggi presso Palazzo Mocenigo: lungo le sei sale espositive adibite a Museo del profumo è possibile ripercorrere una storia della cosmetica che ha per protagonista Venezia, i cui reperti più affascinanti sono strumenti, documenti, ma soprattutto pregiate essenze originali.
Questa sede ha ospitato diverse mostre olfattive, volte a far conoscere la storia delle varie fragranze, oltre che offrire un’esperienza multisensoriale abbinando arte e profumo: alcuni artisti hanno difatti realizzato opere pittoriche ispirate a ciò che un profumo può suscitare, cercando di trasmettere quello che non solo è intangibile, ma talvolta inspiegabile a parole.
È a Palazzo Mocenigo, inoltre, che nacque il primo laboratorio del profumo dei Vidal, famiglia di antichi muschieri (profumieri) veneziani, proprietaria dell’azienda Mavive. I prodotti cosmetici di The Merchant of Venice (uno dei loro brand principali) sono composti dalle materie prime che giungevano dall’Oriente fino alla Serenissima fra il Medioevo e il primo Rinascimento. Ne è un esempio la Murano Collection, composta da sei eau de parfum ispirate alle Mude, le antiche rotte commerciali veneziane, racchiuse in coloratissime ampolle di vetro di Murano.
L’azienda profumiera ha rilevato nel 2022 la storica libreria Studium, la quale oggi ospita non solo libri, ma anche profumi e originali esperienze sensoriali: si tratta dei laboratori di composizione e formazione olfattiva, rivolti a chiunque desideri sperimentare con le fragranze e conoscerne la storia.
I profumi sono spesso dati per scontati, e saperli notare può davvero donare una punta di colore alle nostre giornate. Pensate se fosse possibile immortalare un profumo con lo scatto di una macchina fotografica. Anche se in realtà è questo che fa, inconsciamente, la nostra mente: un odore può assumere le sembianze di segnalibro tra le pagine della nostra memoria.
Lottano spesso in me il desiderio di ricordare, trascrivere, memorizzare molte cose e l’istinto di cogliere l’attimo, lasciare che si sedimenti nel profondo di me un ricordo al quale potrei non attingere mai più, ma che so che resterà lì da qualche parte per sempre. Forse è questo che capita ai profumi che sento: non li rammenterò fino a quando non li potrò sentire di nuovo. È per questo che ne parlo e ne scrivo. Anche se forse i profumi sono tra quelle cose della vita per le quali non si dovrebbero spendere tante parole, ma che converrebbe semplicemente vivere.
Per maggiori informazioni sui profumi di The Merchant of Venice:
Ginevra Gagliardi
Foto di Selene Caisutti