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Dai Campi di Baseball al Parquet: L’Evoluzione del Genere Spokon

Come già osservato gli anni ’60 per il Giappone sono stati un periodo turbolento, la popolazione ancora non era riuscita a fare i conti con il fantasma della bomba atomica, insieme a un periodo economico instabile, ha portato a scontri tra polizia e studenti. Abbiamo visto come Ashita no Joe è stato influenzato dal periodo storico e soprattutto cosa ha trasmesso alle. Ma c’è un’altra opera figlia di questo periodo: Kyojin no Hoshi (巨人の星) tradotto in Italia come La stella dei Giants. In questo caso non stiamo parlando di un’opera capolavoro, ma di una vera e propria opera capostipite. In un periodo buio come quegli anni Tommy, la stella dei Giants, come Joe incarna l’ideale della resilienza e del riscatto. Il nostro protagonista è un giocatore di baseball e attraverso un allenamento durissimo, che assomiglia quasi a una tortura, riesce a migliorare le sue abilità. Si trova in una situazione difficile che solo attraverso lo sport riuscirà a risolvere. A differenza di Ashita no Joe, pubblicato nel ’68, ci troviamo nel ’66 e, grazie alla mano di Noboru Kawasaki e al cervello di Ikki Kajiwara, nasce il genere spokon.

Ma cos’è lo spokon? Spokon è l’unione della parola “sport” e “konjou” (根性), che in giapponese significa forza e determinazione. Quindi può essere tradotto con tenacia sportiva. Designa un particolare genere di manga e anime le cui storie sono ambientate nel mondo dello sport e hanno per protagonisti degli atleti.

Negli anni il genere si è evoluto al passo con i tempi, molti autori sono riusciti a tradurre i disagi delle loro generazioni e la voglia di riscatto con lo sport. Partiamo da Kyojin no Hoshi, per passare da Ashita no Joe, Captain Tsubasa (Holly e Benji), fino ad arrivare a quello che, personalmente, è stato il culmine del genere: Slam Dunk (スラムダンク).

Slam Dunk, pubblicato nel 1990-96 con lo stesso titolo sia in Italia che in Giappone, generato dalla mano e dalla mente di Takehoko Inoue. Slam Dunk è un’opera che tratta della rivalsa degli ultimi, degli sfigati. Il protagonista, Hanamichi Sakuragi, è un teppista dai capelli rossi tinti e con genitori assenti. Si unisce per caso alla squadra di basket della sua scuola. Il suo talento è quello del salto, che gli permetterà di eseguire lo slam dunk. Ma non è l’unico ragazzo problematico, tutti i suoi compagni, tranne il capitano della squadra, sono ex-teppisti, reietti della società su cui nessuno punterebbe mai. Decidono di partecipare al torneo delle scuole in cui si ritroveranno a scontrarsi con il Sannoh, la squadra perfetta, ragazzi immacolati, talentuosi, ben visti dalla società, insomma i favoriti che tutti vorrebbero veder vincere. Sarà l’ultima partita, che copre quasi interamente la metà finale dell’opera, in un susseguirsi di emozioni e colpi di scena, rappresentati con una maestria tale da sentirsi dentro la partita. Sentiremo ogni goccia di sudore sui giocatori, la loro fatica e sofferenza, i disegni del maestro Inoue sono eseguiti con una tecnica tale da lasciare a bocca aperta il lettore.

In quest’opera il protagonista non è il classico predestinato talentuoso, anzi, il ruolo lo ricopre un suo compagno di squadra: Kaede Rukawa. Lui è effettivamente un principiante che si ritrova catapultato nel mondo del basket, con del talento ma anche con tutti i lati negativi che un novizio dello sport ha. Questo perché il punto dell’opera non è incentrato sullo sport, ma sui legami. Ci sentiremo parte della loro squadra, lo Shohoku, condividendo con loro le gioie e i dolori, delle partite e delle loro vite.

A sottolineare come la centralità sia data al loro percorso come persone, il riscatto degli ultimi, l’opera si concluderà con una loro vittoria sul Sannoh, che avevano incontrato in una delle fasi iniziali del torneo. Hanamichi Sakuragi, infortunato durante il match con il Sannoh non potrà partecipare alla partita successiva. Neanche noi lettori potremo assistervi. Ci ritroveremo catapultati avanti nel tempo, per scoprire che, dopo aver battuto i favoriti, hanno perso la partita seguente. Ma ormai il loro percorso di riscatto è concluso, tutti sono riusciti a superare i loro problemi e a dimostrare alla società che anche dei ‘nessuno’ possono vincere contro i prescelti.

Il mondo spokon ha quindi avuto un impatto significativo sulla cultura giapponese, diffondendosi a livello internazionale. Opere come Kyojin no Hoshi, Ashita no Joe e Slam Dunk non solo hanno intrattenuto milioni di lettori, ma hanno anche trasmesso valori di resilienza, determinazione e riscatto personale. Attraverso le storie di personaggi come Tommy, Joe e Hanamichi Sakuragi, gli autori hanno saputo catturare le sfide e le speranze di diverse generazioni, riflettendo i tempi turbolenti e le speranze di una società in costante evoluzione.

Vincenzo Cavaliere

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