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Ashita no Joe: La Fiamma che Ha Illuminato un’Intera Generazione

Oggi parleremo di un’opera che non solo è diventata una pietra miliare del manga shonen, ma ha anche avuto un impatto così grande da influenzare l’intera società giapponese. Ashita no Joe (あしたのジョー), con i disegni di Tetsuya Chiba e la storia di Asao Takamori. Si traduce in italiano come “Joe del domani” o “Joe del futuro”, ma la casa editrice Star Comics decise di pubblicarlo con il nome di Rocky Joe, trattandosi di una storia incentrata su un pugile e volendo fare riferimento al famoso Rocky, protagonista dell’omonima serie di film.

La storia narra di un ragazzo di strada che vive alla giornata. Quando incontra Tanpei, un maestro di boxe caduto in rovina, questi, vedendolo in una rissa, nota il talento del ragazzo e decide di puntare il proprio futuro e quello del giovane sul successo nel mondo della boxe. Riusciranno nella loro impresa? Quello che è sicuro è che dovranno affrontare un percorso pieno di ostacoli.

Prima di tutto, è necessario analizzare il periodo storico in cui Ashita no Joe è stato pubblicato, dal 1968 al 1973. Siamo negli anni in cui le proteste studentesche raggiungono picchi di violenza altissima contro la polizia. Il paese è scosso da tali tumulti e si trova anche in una situazione economica disastrosa a causa della fine della guerra e della conseguente occupazione americana. Ashita no Joe è una rappresentazione dello Zeitgeist (spirito culturale di una determinata epoca che di riflette nelle arti) di quegli anni di forti tensioni.

Dietro la semplice introduzione, ci troviamo in realtà di fronte alla rappresentazione dei disagi del periodo: un ragazzo arrabbiato e deluso dalla società che riesce, con le proprie forze, a farsi strada in un mondo dominato da “figli di papà” e grandi società. Con la sua forza che potremmo definire animalesca, non solo per la pura potenza ma anche per i modi in cui la esprime, Joe riesce a diventare simbolo del riscatto sociale che molti giapponesi vorrebbero. L’attacco alla società nell’opera è chiaro e quasi didascalico. Unito a uno stile artistico impeccabile e a una storia semplice ma avvincente, tiene incollati i lettori a ogni pagina. Tutti leggevano Ashita no Joe, dal bambino delle elementari al salaryman (termine con cui in Giappone viene indicato il classico lavoratore d’azienda). Il popolo giapponese si unisce e si affeziona all’opera, sentendosi rappresentato come mai prima, almeno da un manga. Il messaggio è così forte che riesce a penetrare nella società, portando a conseguenze che si ripercuotono nel mondo reale.

Un esempio di tale forza lo troviamo nel 1970, quando nel fumetto arriva la morte del rivale di Joe, Rikishi. Dei cittadini giapponesi si mobilitarono, organizzando un vero funerale a cui parteciparono oltre 700 persone vestite di nero, con fascia al braccio e fiori. Il funerale fu officiato da un monaco buddhista su un ring.

Un altro esempio ancora più potente dimostra il messaggio lanciato da Ashita no Joe. Nel 1970, durante il dirottamento del volo Japan Airlines 351 da parte di una fazione estremista studentesca chiamata “Fazione dell’Armata Rossa” del Kansai, uno dei terroristi gridò «Noi siamo il Joe del domani» mentre annunciava il dirottamento. Questo episodio dimostra come un messaggio positivo possa essere usato per scopi negativi, ma anche il potere che quest’opera aveva nel toccare profondamente l’animo delle persone, spingendole o confortandole nella loro situazione disastrosa.

Per concludere voglio citare la frase con cui Joe predice la propria fine. Una fine che lo ha portato a bruciare come la più ardente delle fiamme per realizzare il proprio sogno, una fiamma da cui non potrà che rimanere cenere bianchissima.

«Non voglio fare come tanti che se ne restano a bruciare senza fiamma di una combustione incompleta. Anche se solo per un secondo… voglio bruciare con una fiamma rossa e accecante! E poi… quello che resta è solo cenere bianchissima… nessun residuo… solo cenere bianca.»

Vincenzo Cavaliere

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