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Fallimento critico per la Wizards Of The Coast

Per tutti i nerd che se lo fossero perso il 6 gennaio 2023 la Wizards of the Coast – editore di giochi a tema principalmente fantasy e fantascientifici, tra cui Dungeon & Dragons – ha ottenuto un fallimento critico in marketing: sono stati pubblicati degli estratti da una bozza dell’Open Gaming License 1.1, una nuova versione del documento legale che stabilisce in che modo le terze parti (editori, crowdfunding e creatori di contenuti) possono integrare, nelle loro campagne, le regole base del GDR. Questa nuovo modello richiede agli editori di aderire a una licenza più restrittiva in cui devono pagare royalties sulle entrate superiori a $750.000 indipendentemente dalla redditività del progetto e concedere alla WotC una “licenza non esclusiva, perpetua, irrevocabile, mondiale, sub-licenziabile e senza royalty” per utilizzare i contenuti creati sotto l’OGL.

Per i meno esperti leggere questa introduzione sarà come approcciarsi all’universo Tolkieniano senza mai aver letto i libri, ecco perché partiremo dal principio: pubblicato nel 2000, l’OGL è un documento fondamentale che fornisce pubblicità gratuita a D&D grazie all’utilizzo delle regole da terze parti perché, ad esempio, è possibile evitare di imparare da zero un nuovo gioco per interpretare una storia inedita a tema fantascientifico utilizzando le regole di D&D, sostituendo archi e frecce con pistole laser e visori. Possiamo dunque dire che questo documento ha anche limitato il numero di concorrenti del famoso GDR mantenendo e pubblicizzando sempre lo stesso schema di gioco.

La WotC ha sempre ribadito che, nonostante abbia il diritto di modificare la licenza, i creatori avrebbero potuto utilizzare versioni precedenti dell’OGL e questo ha permesso agli utilizzatori delle regole di pubblicare il proprio materiale sfruttando la licenza. Tuttavia, la Open Gaming License 1.1 afferma il contrario: le versioni precedenti diventerebbero un documento “non autorizzato” e quindi gli editori potrebbero usufruire soltanto del nuovo modello.

Inutile dire che questa notizia non è stata bene accolta, tant’è che molti editori hanno deciso di sospendere i loro progetti imminenti nell’attesa di scoprire di che morte morire. Difatti, Emma Lambert, creatrice di lunga data di materiale per D&D ha dichiarato: “Se le informazioni attuali su 1.1 sono accurate, cambieremo rotta; anche se al momento è improbabile che pagheremmo royalties, dichiarando le nostre entrate, firmando il permesso di utilizzare il nostro lavoro (anche teoricamente) e rischiando che WotC possa decidere di modificare la soglia di royalty in qualsiasi momento per influire su di noi sono rischi di gran lunga troppo grandi da sopportare per la nostra attività. Stiamo adattando il nostro prossimo libro per escludere qualsiasi contenuto che ci richieda di essere soggetto a qualsiasi OGL”.

Non è ancora chiaro se la WotC possa addirittura revocare le versioni precedenti dell’OGL, certo è che la pace, presente da 20 anni, nella Terra di Mezzo dei giocatori e creatori è stata interrotta bruscamente a causa di una fuga di notizie scandalosa.

Ovviamente la questione non è ancora finita: il 19 gennaio la Wotc ha rilasciato una dichiarazione in risposta al ritrovamento dell’anello di Sauron che ha generato tanto clamore. Il produttore esecutivo Kyle Brink esordisce con “Siamo spiacenti. Abbiamo sbagliato”, poiché l’azienda non è riuscita a mantenere la pace e perché il silenzio di quest’ultima ha “ferito i fan e i creatori, quando comunicazioni più frequenti e chiari avrebbero potuto evitare tutto questo”, tant’è che il giorno dopo è stata pubblicata una nuova bozza dell’OGL che conterrà punti non successivamente modificabili:

  • Contenuti video: commentatori, streamer, YouTubers e star di TikTok sono coperti dalla Wizards Fan Content Policy, che l’OGL non tocca.
  • Accessori per i contenuti di proprietà: sarà ancora possibile vendere ogni sorta di soprammobile fisico, come dadi e miniature, legato alle proprie “creazioni, personaggi e mondi”.
  • Opere non pubblicate: in pratica, se qualcuno vi paga per fare il DM di una partita di D&D o vi commissiona un lavoro personale, il nuovo OGL non interferirà con questo.
  • Virtual Tabletops: la nuova OGL non interferirà con la capacità di pubblicare i contenuti delle vostre licenze da utilizzare su piattaforme come Roll20.
  • Contenuti su DMs Guild: questo punto è trattato in un accordo separato con DMs Guild stessa.
  • Contenuto pubblicato sotto l’OGL 1.0a: il contenuto pubblicato sotto questa versione dell’OGL non sarà trasferito ai termini della nuova versione.
  • Entrate: Brink afferma che la nuova OGL non avrà “requisiti di royalty o di rendicontazione finanziaria”.
  • Proprietà dei contenuti: i creatori “continueranno a possedere i [loro] contenuti senza obblighi di restituzione della licenza”.

Che Frodo sia riuscito a gettare l’anello nel Monte Fato? Staremo a vedere.

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