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Il Salotto Letterario

Leopardi oggi, La Ginestra e la resistenza

Giovedì 9 novembre 2023 si è svolto il seminario “Con Leopardi Oggi” con Roberto Contu e Massimo Natale all’Università degli Studi di Udine. Il filo conduttore dell’incontro è stato la poesia La Ginestra di Giacomo Leopardi. La scrittura leopardiana inizia con un “nonostante”.

“È proprio La ginestra la poesia inaugurale di un intero modo di fare poesia […] Un’opera volutamente impura.” Pier Paolo Pasolini

Giovedì 9 novembre 2023 si è svolto il seminario “Con Leopardi Oggi” con Roberto Contu e Massimo Natale all’Università degli Studi di Udine, in aula Pier Paolo Pasolini a Toppo Wassermann. Ho deciso di partecipare per interesse personale verso il tema letterario trattato.

Il filo conduttore dell’incontro è stato la poesia La Ginestra di Giacomo Leopardi. La scrittura leopardiana inizia con un “nonostante”, una situazione di impotenza. La ginestra è un fiore profumato che cresce nell’aridità del deserto, nella cenere vulcanica intorno al Vesuvio. Ispirandosi alle caratteristiche di questa pianta, la poesia presenta il paradosso della condizione umana di vita in un contesto di morte.

La sua fortuna è rintracciabile nell’impatto sui poeti successivi, a partire da Eugenio Montale, che in Ossi di Seppia ha proiettato l’io lirico su una dimensione vegetale, fino ad altri scrittori contemporanei come Andrea Zanzotto in Filò  (1976), Antonella Nedda ne Le piante di Darwin e i topi di Leopardi (1957), Fabia Pusterla in Stalnik (2010) e Paolo Benedetti in Tesa morte (2013).

Il componimento poetico che mi ha colpito di più è il penultimo, che inizia con una citazione di Varlam Šalamo: Dopo due o tre giorni cambiava il vento, e calde correnti d’aria portavano la primavera. La poesia si suddivide in tre stanze. Il finale rinvia a un elemento vegetale e uno animale: nel primo caso al pino prostato, un albero che si cala a terra nei periodi di freddo e si rialza in primavera; nel secondo a un armadillo che si incammina verso nord. Si tratta in entrambi i casi di simboli di resistenza alle difficoltà, alle diverse stagioni e condizioni climatiche, al dolore e alla fatica.

Io non credo che La ginestra di Leopardi sia soltanto una metafora o un’allegoria: è un oggetto reale, un vero fiore, che appartiene a un mondo altro, più ampio, quello della vita nel suo insieme, e che nasce su una geologia commensurabile, la lava pietrificata.

Nella seconda parte del seminario si sono affrontate le criticità dell’insegnamento dell’autore. Il poeta fornisce grandi potenzialità tematiche da portare in classe. Proprio per questa ragione, bisogna prestare attenzione a non ricadere in automatismi didattici intriseci. Questi sono dei processi di “economia didattica” che aiutano la memorizzazione da un lato, ma dall’altro rischiano di falsificare lo scrittore. Ce ne sono almeno tre possibili: le biografie, le tassonomie e i materialismi. Nel caso delle biografie, bisogna diffidare dall’equazione tra i problemi fisici di Leopardi e i suoi pessimismi, poiché nel suo patrimonio epistolario emergono anche delle diverse sfaccettature sociali. Il rischio è che tramite questo collegamento si appiattisca la sua biografia agli occhi degli studenti. Bisogna sempre di più dare peso alla poetica e chiedersi come un poeta sia diventato tale. Queste è una questione fondamentale per ricostruire la complessità letteraria. Come sosteneva Walter Benjamin, Noi dobbiamo storicizzare i testi.

Infine, l’incontro si è concluso con un momento di condivisione di idee. La proposta del dipartimento di lettere del Sesto Propenzio di Assisi è quella di portare Giacomo Leopardi già dal terzo anno di scuola superiore in accompagnamento ad altri autori, considerandolo un poeta a sé stante.

Personalmente, ho trovato il dibattito molto interessante per riflettere su un letterato di grande importanza, sulla sua complessità e su come restituirgli una giusta dignità.

“Qui su l’arida schiena
Del formidabil monte
Sterminator Vesevo,
La qual null’altro allegra arbor nè fiore,
Tuoi cespi solitari intorno spargi,
Odorata ginestra,
Contenta dei deserti.
[…] ”

Julia Sophie Naponiello

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