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Black Myth: Wukong e Il Viaggio in Occidente: quando letteratura e videogiochi si uniscono

Black Myth: Wukong è un action game uscito il 20 agosto di quest’anno per PC e PlayStation 5 (purtroppo non ancora per Xbox Serie X/S) prodotto da Game Science, una casa di produzione videoludica cinese. Il gioco era molto atteso e aveva sbalordito con i suoi trailer, che promettevano un gameplay dinamico e soprattutto spettacolare, ricco di dettagli, movenze cinematografiche e una grafica sbalorditiva. Alla fine, è riuscito a rimanere fedele alle aspettative formatesi in merito al compartimento grafico e artistico, risultando uno tra i titoli più impressionanti usciti quest’anno, anche se comunque presenta imperfezioni in merito al level design, da molti ritenuto troppo lineare, e al combattimento, che alle volte risulta poco fluido, snervante e impreciso.

 

Caratterizzato da una quantità impressionante di boss e mini-boss, che sono più di novanta, tutti con le loro caratteristiche e ben curati, ad affascinare molto i giocatori è l’ambientazione, ispirata alla mitologia e alla letteratura cinese. Il gioco, infatti, si ispira ad un capolavoro della letteratura cinese, Il Viaggio in Occidente, attribuito a Wu Cheng’en. 

 

Il romanzo, pubblicato anonimamente nel 1590, nel periodo della dinastia Ming, si svolge in ben cento capitoli, di cui i primi sono completamente dedicati alla storia di un re: la scimmia antropomorfa Sun Wukong, mentre i rimanenti seguono le vicende del vero e proprio viaggio in Occidente, in cui Sun Wukong, il maiale antropomorfo Zhu Wuneng, il demone fluviale Sha Wujing e il monaco Sanzang viaggiano fino in India per recuperare dei testi sacri buddhisti. 

L’opera non si limita, però, a essere un racconto d’avventura: ridicolizza il sistema burocratico della Cina e la società del tempo, mentre al tempo stesso narra allegoricamente un viaggio spirituale, proponendo anche una riflessione sul buddhismo.

Nonostante ciò, l’opera non è totalmente originale, ma si basa su una serie di racconti che circolavano oralmente, i quali riproponevano una versione mitizzata del monaco buddhista Xuánzàng e del suo viaggio in India nel VII secolo.

 

L’eredità lasciata da Il Viaggio in Occidente è enorme: Sun Wukong è diventato uno dei personaggi più amati della letteratura cinese e dall’opera sono stati ispirati molti artisti, tra cui Akira Toriyama, il famoso mangaka creatore di Dragon Ball, e Silverio Pisu e Milo Manara, che nel 1976 hanno pubblicato Lo scimmiotto, un fumetto che prende ispirazione proprio dalla vicenda di Sun Wukong. 

Black Myth: Wukong, però, si distingue tra tutte le altre opere perché non rielabora ne ripropone la storia di Sun Wukong e de Il Viaggio in Occidente, presentandone invece un sequel, il quale si rivela essere un grande e sentito omaggio, una lettera d’amore, al colosso della letteratura cinese. Durante le ore di gioco si possono incontrare dei personaggi dell’opera originale, che si possono conoscere meglio anche grazie alle descrizioni contenute nell’enciclopedia di gioco, si può anche camminare attraverso i luoghi del romanzo, mentre la scimmia antropomorfa protagonista, denominata “Il Prescelto”, viaggia sulle tracce di Sun  Wukong per recuperare sei potenti artefatti, con lo scopo di riportare in vita il mitico re.

 

Black Myth: Wukong, allora, non è altro che l’ennesima dimostrazione che la nozione di videogioco non esclude cultura, arte e letteratura. Questo titolo, infatti, può essere un’ottima occasione non solo per divertirsi, ma per iniziare anche ad esplorare e conoscere la cultura cinese, instillando la curiosità che può poi portare ad un approfondimento degli argomenti trattati.

Buon divertimento e buona lettura!

Federico Borghese

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