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Il Salotto Letterario

Raccontami di un giorno perfetto

Oltre a essere l’autrice di Raccontami un giorno perfetto, Jennifer Niven, nata il 14 maggio 1968 negli Stati Uniti, è anche una sceneggiatrice, giornalista e produttrice associata dell’ABC Television.

I suoi primi libri si discostano molto dallo stile adottato nel romanzo di cui parleremo perché, in quanto narrative non-fiction, The Ice Master (2000), Ada Blackjack (2000) e A True Story Of a Survival in the Arctic (2003) non mirano a intrattenere il lettore ma puntano, invece, a trasmettere un messaggio, un insegnamento.

Vincitore del premio “Mare di Libri” 2016, Raccontami di un giorno perfetto (titolo originale All the Bright Places), è un romanzo young adult che vi terrà con il fiato sospeso fino all’ultima riga. La scrittura adottata dall’autrice durante tutto il corso di questo romanzo, è molto semplice, ma allo stesso tempo funzionale alla piena trasmissione dei sentimenti, pensieri e azioni dei due giovani protagonisti.

Addentriamoci un po’ di più nel mondo dei due ragazzi, Violet e Finch. Le loro vite sono talmente intrecciate che non si può parlare di uno senza, in qualche modo, inoltrarsi all’interno della storia dell’altro. Un esempio lo troviamo proprio nelle prime pagine del libro: la prima figura che ci viene descritta è Violet, non dal punto di vista di un narratore esterno, bensì da quello di Finch. Osserviamo questa piccola sagoma in piedi sul cordolo di un ponte diventare sempre più nitida man mano che ci avviciniamo, fino a che non si trasforma in una vera e propria ragazza: Violet Markey. Violet è una ragazza diciasettenne interrotta. Interrotta perché dopo la morte della sorella ha varcato la soglia di un mondo buio e senza luce che decisamente non le apparteneva ma, in quel momento, per lei rappresentava casa e ci stava “bene”. In poche parole, era come se vivesse la sua vita in sospeso.

Con il prepotente arrivo di Theodor Finch o “lo schizzato”, come lo soprannominano i suoi coetanei, la vita di Markey viene messa a soqquadro. Theodor è un ragazzo all’apparenza molto semplice, schietto e diretto quando ha qualcosa da dire e molto protettivo verso chi gli sta a cuore. Il fatto che soffra di un disturbo della personalità non ci viene detto subito esplicitamente ma, proseguendo la lettura riga dopo riga, lo si riesce a captare chiaramente.

Le loro due vite, come dicevo prima, si incrociano fin da subito. Attraverso uno scambio continuo di prospettive nel corso di tutti i capitoli, partendo da quello di Finch e finendo, inevitabilmente, con quello di Violet, percepiamo ogni minima e piccola emozione che provano. Anche se i loro percorsi di crescita personale sono opposti e paralleli, si incastrano come due pezzi di un puzzle. Se volessi definire la loro storia userei sicuramente l’ossimoro violenta e delicata.

Allerta spoiler: se non avete ancora letto il libro o visto il film su Netflix, saltate direttamente al paragrafo successivo.

Ho sentito sottopelle lo strazio del finale con la morte di Finch. Continuerò a ripetere all’infinito che la scrittura di Niven è qualcosa di spettacolare, così vera che sembra di diventare una comparsa nelle scene del libro. In tutto questo è riuscita anche a dare ai personaggi una voce vera, nonostante affrontare argomenti come il disturbo della personalità, le tendenze suicide e la morte non sia facile per iscritto.

Leggendo questo libro mi sono sentita gran parte del tempo sull’orlo del pianto e con le palpitazioni a mille, ma ogni tanto mi sono anche abbandonata a grandi risate. Un turbinio di emozioni che non mi sarei mai aspettata di provare.

Io vi consiglierei al 100% di leggerlo e, se poi vorrete che le vostre immagini mentali prendano realmente forma, guardatevi il film omonimo su Netflix.

Campeotto Lucrezia

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