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Il Salotto Letterario

Se Nietzsche fosse un narvalo: come l’intelligenza animale svela la stupidità umana

Justin Gregg è un grande studioso di comportamento animale originario del Vermont, che per anni ha studiato le capacità cognitive di uomini e animali, mettendole a confronto. Dopo un dottorato di ricerca presso l’università di Dublino nel 2008, ha lavorato come ricercatore del Dolphin Communication Project e come professore presso la St. Francis Xavier University, in Canada.

Nietzsche, rinomato filosofo del Novecento, aveva un rapporto speciale con gli animali. Da una parte provava compassione per loro perché secondo lui “si trascinano attraverso la vita senza consapevolezza di quello che stanno facendo o del perché lo stanno facendo”. Dall’altro lato, però invidiava la loro mancanza di angoscia, in quanto pensava che non avessero l’intelligenza per provare emozioni come il piacere e il dolore con la stessa profondità con cui le provano gli esseri umani. Questa sua invidia era data soprattutto dalla sua malattia mentale, le cui cause sono ancora ignote, che gli portavano a depressioni persistenti, allucinazioni e pensieri suicidi.

Da qui nasce la paradossale domanda cui Gregg decide di rispondere nel suo saggio, pubblicato in Italia da Aboca: Se Nietzsche fosse stato un narvalo, la sua vita sarebbe stata migliore, più felice?

Una fetta importante dell’umanità ha sempre pensato che la nostra intelligenza non solo ci renda migliori di tutti gli altri esseri viventi presenti sulla terra, ma ci rende anche più felici, perché ci permette e ci ha permesso in passato di semplificarci la vita e di pensare in maniera molto più profonda. Spesso siamo infatti portati a valorizzare positivamente l’intelligenza, perché è il motore che ci consente di migliorare la realtà che ci circonda. Ha permesso all’uomo di andare sulla luna, di inventare la macchina e a Nietzsche di scrivere capolavori come Così parlò Zarathustra o Ecce Homo.

Ma se non fosse proprio così? Se quella che crediamo sia la causa della nostra felicità fosse invece la causa della nostra infelicità?

L’autore, in questo travolgente saggio divulgativo, riflette proprio sul concetto di intelligenza, a partire dalla sua definizione, e ampliando poi il ventaglio della riflessione alla morale, alla percezione del dolore e della morte, all’inganno, alla concezione del futuro, alla felicità; al contempo analizza come uomini e animali abbiano una percezione diversa di questi grandi temi, mettendoli a confronto e portandoci all’interno del meraviglioso mondo della mente animale.

E voi vi chiederete: perché proprio un narvalo? Non vi resta che scoprirlo!

Aurora Canciani

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