Jennifer Lynn Barnes, nata a Tulsa, Oklahoma, è l’autrice di più di una dozzina di romanzi per giovani adulti acclamati dalla critica. Ha una laurea in psicologia, psichiatria e scienze cognitive, una seconda presso l’Università di Cambridge e un dottorato di ricerca presso l’Università di Yale conseguito nel 2012. Ha scritto il suo primo romanzo quando aveva diciannove anni e ha venduto i suoi primi cinque libri mentre frequentava ancora il college. Oltre a romanzi young adult, ha scritto anche sceneggiature originali per reti televisive come USA e MTV ed è una delle principali esperte al mondo di psicologia del fandom e di scienza cognitiva della narrativa e dell’immaginazione più in generale. Dalla sua prima pubblicazione nel 2006 con Golden, Jennifer non si è più fermata: ad oggi contiamo 21 libri. Nel 2007 ha pubblicato Platinum e Tatto, nel 2008 The Squad: Perferct Cover e Killer Spirit, nel 2009 Fate, nel 2010 Raised By Wolves e Trial By Fire, nel 2011 Every Other Day, nel 2012 Taken by Storm, nel 2013 Nobody e The Naturals, nel 2014 Killer Instinct, nel 2015 All in e The Fixer, nel 2016 Bad Blood e The Long Game, nel 2018 Little White Lies, nel 2019 The Lovely and The Lost e Deadly Little Scandals. Le sue ultime tre pubblicazioni sono The Inheritance Games (2020), The Hawthorne Legacy (2021) e The Final Gambit (2022). Il libro di cui parleremo oggi fa parte di uno dei suoi ultimi lavori, la The Inheritance Games saga.
La prima protagonista di quest’avventura è Avery Grambs, liceale introversa che ha sempre dovuto arrangiarsi per riuscire ad andare avanti. La sua vita cambia dall’oggi al domani nel momento in cui ottiene la completa eredità da un uomo a lei sconosciuto. Questa cessione però ha un’unica e sola condizione: risiedere per un anno nella casa del defunto Hawthorne insieme a tutti gli altri familiari diseredati, inclusi i quattro affascinanti nipoti: Grayson, Jameson, Xander e Nash. Avery, brillante, simpatica e intraprendete, non si limita ad accettare l’eredità, ma cerca di ottenere delle risposte mettendosi in gioco in continuazione.
Il suo arrivo nella tenuta porta non poco scompiglio, nessuno la conosce e nessuno ha idea di che cosa possa centrare lei con la famiglia. È un interrogativo per tutti, in primis per Avery. È proprio qui che iniziano i giochi, perché il defunto Tobias Hawthorne ha lasciato dietro di sé uno schema ben preciso di indizi.
È un libro intrigante, coinvolgente e sconvolgente. La storia rapisce totalmente anche grazie al ritmo molto scorrevole fin dai primi capitoli. Misteri e indovinelli sono le parole chiave di questo romanzo, che mi hanno impedito di staccare gli occhi dalle sue pagine. Anche i personaggi dei quattro fratelli mi hanno intrigata molto. Grayson, diffidente per natura, con i suoi completi sempre perfetti e lo sguardo ammaliante ha scatenato subito il mio interesse; poi però subentra Jamerson, il più turbolento e tormentato, quasi ossessionato dalla risoluzione finale del gioco, il primo ad accorgersi, e in un certo senso anche ad accogliere, l’intelligenza spiccata per gli indovinelli di Avery. Il maggiore dei fratelli è Nash, completamente disinteressato ai soldi e a tutto ciò che comportano, preferisce stare fuori dal gioco; il più giovane è invece Xander, il più amichevole e a tratti anche il più maturo, ama le sfide senza però lasciarsi sopraffare.
Tutti gli elementi di questa storia combaciano perfettamente, dai mille passaggi segreti della tenuta Hawthorne ai caratteri e alle azioni dei personaggi. Tutte le avventure e le scoperte si sviluppano principalmente dentro la tenuta, la più grande di tutto il Texas, e quindi quasi una piccola cittadella.
Il libro mi è piaciuto davvero moltissimo, perciò sono contenta che non sia autoconclusivo e di avere ben altri due volumi da cui lasciarmi ammaliare.
Non vi dico altro perché non vorrei spoilerarvi nulla, così sarete costretti leggerlo: ne vale davvero la pena! Alla prossima!
Lucrezia Campeotto