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Il Salotto Letterario

Tra femminismo e letteratura spagnola: il ritratto di Emilia Pardo Bazán

L’8 marzo 2022, in occasione della giornata internazionale dei diritti della donna, in aula 1 a Palazzo Antonini, una delle sedi dell’università di Udine, si è tenuto l’evento “Il pizzo strappato: racconti sulla violenza contro le donne”. L’incontro aveva lo scopo di promuovere e diffondere la figura di Emilia Pardo Bazán, il cui profilo personale e letterario è incentrato sulla difesa dei diritti delle donne e sulla diffusione della cultura del rispetto contro ogni forma di violenza di genere e di discriminazione.

L’incontro si è aperto con l’intervento di Valeria Filì, delegata del rettore per le Pari Opportunità, che ha motivato la scelta di affrontare questo argomento proprio nella giornata dedicata alle donne. Spesso all’8 marzo si associa l’dea della donna e della violenza di genere. E questa non è sempre violenza fisica, ma può assumere diverse connotazioni; è psicologica, quando lo scopo è quello di incutere terrore alla donna, amministrativa nel momento in cui si fa leva sulla dipendenza economica di quest’ultima, specialmente in un contesto di convivenza. Ecco perché l’incontro mirava a soffermarsi sui valori della parità di genere, obiettivo peraltro al punto 5 dell’agenda ONU per il raggiungimento di una maggiore sostenibilità globale entro il 2030. Il tema della parità di genere è articolato e complesso e un punto chiave della questione è la gravidanza, che rappresenta di fatto un ostacolo per la carriera e diventa motivo di esclusione nei luoghi di lavoro, sulla base di stereotipi e bias cognitivi.

Successivamente è iniziato il dibattito di Renata Londero e Valentina Nider, entrambe professoresse ordinarie di letteratura spagnola, rispettivamente dell’ateneo di Udine e dell’ateneo di Bologna. Valentina Nider in particolare ha raccolto una serie di racconti scritti tra il 1890 e il 1921 dall’autrice spagnola Emilia Pardo Bazán, nel libro Il pizzo strappato, sul tema della violenza contro le donne. Questo progetto editoriale bilingue prende spunto dal volume spagnolo del 2018 che raccolse 35 dei numerosi racconti della scrittrice. A spingere Valentina Nider a proporre l’opera alla casa editrice Marsilio, è stata la mancanza di una traduzione italiana delle opere dell’autrice, così come la volontà di dare vita a un dibattito intergenerazionale sul tema della violenza e di affrontare la tematica storica e sociale della città-campagna dell’Ottocento in Spagna.

La biografia di questa autrice ci dice molto sull’idea di donna che ritroviamo nella sua letteratura. Emilia Pardo Bazán nacque nel 1852 a Colugna, in Galizia, da una famiglia di stampo liberale. Ebbe la fortuna e l’opportunità di frequentare l’università e alcuni intellettuali e poté accedere a canali di espressione scritta. Nella sua vita viaggiò molto, con il sostegno del padre, la sua prima fonte di sicurezza. Fu romanziera, saggista, giornalista e attivista. Nei suoi libri mise al centro della narrazione donne in situazioni di difficoltà e di sottomissione, dando loro voce e dando sfogo al suo dissenso verso la borghesia fortemente maschilista che la circondava e la mancanza di indipendenza delle donne d’epoca, principalmente dedite a lavori tradizionali di casa, analfabete e quindi incapaci di autodeterminazione. Sempre in prima fila nella lotta per i propri diritti, credette fortemente nel valore dell’educazione individuale.

Nonostante questo, il suo non fu un percorso facile. Due tra i più popolari episodi che la coinvolsero furono il triplice rifiuto da parte dell’Accademia Spagnola Reale di Madrid per via del suo aspetto fisico e il divorzio dal marito dopo che questi le aveva imposto un aut aut sulla sua carriera.

Traspare quindi il ritratto di una donna forte, volonterosa, che non temette di autoaffermarsi, anche imprimendo su carta i propri variegati pensieri, in nome di tutte le donne vissute dietro l’ombra dei propri mariti.

Questo incontro e quest’autrice ci insegnano come sia importante discutere e lavorare ancora sulla figura della donna nella società e ricordare che la situazione attuale è il frutto di secoli di storia, fatti anche di vite e sguardi nascosti.

Julia Sophie Naponiello

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