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L’intervista al collettivo artistico Deion

Qualche tempo fa sono venuta in contatto con un gruppo di giovani studenti che mi hanno incuriosito e stupito con il loro progetto creativo, il collettivo artistico Deion. Motivo per cui ho deciso di intervistarli per scoprire qualcosa di più sulla loro storia e i loro progetti attuali e futuri. 

Iniziamo presentando il vostro collettivo artistico: dacci alcune informazioni su chi siete e su che cosa fate.

Il nostro collettivo artistico si chiama Deion, un termine nato da una riflessione sui concetti di day on e day off, che rimandano rispettivamente all’idea di giornata produttiva e di giornata di riposo. Inizialmente fu day off il termine scelto, per sottolineare come le attività del collettivo rappresentassero uno stacco dalle consuete attività quotidiane. Tuttavia, la parola rischiava di non mettere in evidenza l’aspetto fortemente attivo della creazione artistica, e dunque si optò per la seconda scelta. Come accenna già il nome, il nostro collettivo si occupa di produrre, non nel senso volgare e materiale del termine, ma piuttosto in quello assegnato da Aristotele, ovvero laproduzione come un’attività che non si serve soltanto della tecnica ma anche del pensiero. Concludo l’introduzione aggiungendo qualche informazione più concreta: siamo una ventina di ragazzi, più o meno coetanei, tutti legati in qualche modo al territorio udinese, dove ci siamo incontrati e abbiamo scoperto una passione comune per l’arte nelle sue diverse forme: scrittura, fotografia, artigianato, musica, pittura ma anche l’arte del pensiero in sé. 

Parliamo del momento in cui nacque il vostro gruppo.

L’idea di creare un collettivo fu di Davide, Michele e Aimen, tre amici di vecchia data, che durante un pomeriggio estivo al fiume avvertirono la necessità di creare un gruppo che promuovesse l’arte. L’idea iniziale era legata soprattutto alla musica, essendo Davide e Michele due musicisti, successivamente vennero coinvolti altri loro amici, con le loro differenti passioni, e così iniziò a prendere forma un collettivo multidisciplinare.

 La nascita di quest’idea è stata spontanea o è frutto di un’urgenza giovanile di comunicare con il mondo circostante? Credi che la pandemia abbia influito in questo?

La nascita è stata spontanea ma al contempo frutto di un bisogno collettivo che sentivamo già da tempo, anche prima della pandemia, ovvero quello di una rete di scambio artistico e culturale stimolante, qui a Udine.

Qual è l’idea che accomuna e stimola i vostri lavori?

Data la natura multidisciplinare di Deion, formato da persone con diverse inclinazioni artistiche, ci interessa lo scambio tra le diverse forme d’arte, e ovviamente lo scambio tra gli artisti stessi. La nostra convinzione è infatti che lo scambio permetta di stimolarsi reciprocamente e di intavolare un discorso artistico più ampio, rispetto a quello che si può portare avanti individualmente.

Parlaci dell’attuale progetto inCONTRO: com’è nato, quando e dove si svolgerà?

Il progetto è nato dalla collaborazione di due amici, Giulia e Giovanni, una scrittrice e un fotografo, e dalla loro volontà di metterein dialogo le rispettive passioni. L’incontro – da cui appunto il nome del progetto – non è soltanto quello tra due discipline diverse, ma rimanda anche alla modalità di lavoro scelta: una collaborazione a distanza, tra artisti emergenti che non si conoscono tra loro e che attraverso le loro opere hanno la possibilità di farlo. Un ulteriore incontro, questa volta “più fisico”, si avrà poi a progetto finito – entro giugno 2022 – quando fotografie e testi annessi verranno portati in diverse città, italiane ma anche europee, e così, inseriti nel paesaggio urbano, potranno dare vita a un altro incontro, quello con il pubblico.

Mi sembra di aver colto che il punto di partenza del vostro nuovo progetto sia l’immagine fotografica, da cui poi nascerà un testo: le fotografie in questione sono state scattate per questo specifico progetto o provengono da altri lavori? Con quale tecnica sono scattate e perché?

Le fotografie in questo caso sono state il punto di partenza, anche se non escludiamo di tentare un progetto simile ma che parta invece dal testo. Le foto sono materiali d’archivio dei diversi fotografi emergenti che hanno aderito al progetto, non scattate appositamente per l’occasione ma comunque frutto di una scelta accurata. Per quanto concerne la tecnica, abbiamo voluto lasciare totale libertà ai partecipanti; dunque ci troviamo di fronte sia a opere scattate in analogico sia a opere in digitale, come all’uso del bianco e nero piuttosto che del colore. 

Per quanto riguarda invece le produzioni letterarie? Da chi sono scritte e con quale forma?

Le produzioni letterarie sono anch’esse frutto del lavoro di scrittori emergenti, i quali non si conoscono tra loro né conoscono i fotografi. Gli scrittori hanno scelto tra le diverse fotografie proposte quelle che risultavano loro più significative, per poi elaborare un testo e, come per la fotografia, anche qui non si è voluto adottare una tecnica precisa, ma si è lasciato libero spazio alla creatività di ciascuno, per questo gli scritti spaziano dalla prosa alla poesia, passando per la riflessione filosofica. 

Ci sono dei progetti precedenti o questo è il vostro debutto?

Questo è il primo lavoro del collettivo Deion che riguarda la fotografia e la scrittura, perlomeno in forma ufficiale, dato che l’estate scorsa abbiamo già realizzato una piccola esposizione per l’associazione Radise de Mar di Grado, sempre legata al dialogo scrittura-fotografia, rimasta però tra i membri del collettivo. Abbiamoanche progetti in altri campi artistici, ad esempio quello musicale dei Nabiz Experience, che prosegue ormai da un anno, portato avanti inizialmente da Cristian, Luca, Davide e Michele, che da sempre hanno cercato di restituire le loro emozioni e le loro esperienze attraverso la musica, e ora anche da Edoardo e Simone. Il progetto dei Nabiz – termine turco che rimanda al concetto di pulsazione – ha permesso a questi ragazzi di creare un repertorio di musica originale e soprattutto di portala in giro per il territorio e rappresenta per noi oggi un primo esempio di quello che Deion può generare. 

Altre idee per il futuro?

Vogliamo sicuramente continuare le collaborazioni tra diverse discipline, ad esempio stiamo sperimentando la prosa coniugata alla musica dei Nabiz, inoltre vorremmo continuare il progetto inCONTRO che, come annuncia il nome stesso, è qualcosa di dinamico e tale sarà anche dopo la sua uscita. L’obiettivo è quello di coinvolgere sempre più persone e sempre più discipline, creando occasioni per uno scambio artistico e culturale, che per noi è unanecessità indispensabile per la creazione. Stiamo poi lavorando a un primo evento del collettivo Deion, dove la musica dei Nabizs’incontrerà con il progetto inCONTRO.

Concludo chiedendoti se il vostro collettivo è aperto a nuove iscrizioni e collaborazioni esterne e di lasciarci eventualmente alcuni contatti di riferimento.

Il collettivo è ovviamente aperto a nuove persone, ma non parlerei di nuovi iscritti, quanto piuttosto di nuove collaborazioni, in primis perché il collettivo non si è ancora costituito in un’associazione, in secondo luogo perché riteniamo che l’unico modo per fare davvero parte di un collettivo sia quello di collaborare e interagire con i suoi membri. Se siete interessati vi lasciamo la nostra e-mail:collettivodeion@gmail.com. Potete anche trovarci su Instagram e Facebook, oppure per le strade di Udine, dove l’incontro sarà sicuramente più propizio.

Julia Sophie Naponiello

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