Dalla combinazione di arte del collage, dell’illustrazione, della drammaturgia, della grafica e di altre forme di espressione artistica, nasce LONA: una fanzine sperimentale e indipendente, redatta da un collettivo artistico che esordisce con il suo primo volume ufficiale, a LONA in the Dark nell’ottobre 2020.
Oggi vorrei condurvi in quella corrente che è LONA Fanzine, attraverso i loro primi due volumi che possiedo e che ho letto con grande gusto e interesse. Una corrente ammaliante, che delicatamente ci trascina per un attimo sul fondo, bagnandoci tutti i cappelli. Quando però risaliremo in superficie, l’aria avrà un altro odore.
A LONA in the Dark
La sua realizzazione si ispira a un laboratorio che si tiene in un magazzino, dove i partecipanti, seduti in cerchio, danno una forma soggettiva, attraverso il proprio flusso di coscienza, a ciò che per loro rappresenta il concetto di mostro.
“È davvero così lontano da noi, il mostro?” Un mostro interiore, che ci appartiene e con il quale lottiamo o del quale abbiamo un’estrema paura, oppure al contrario capita che lo accettiamo, consapevoli del fatto che starà sempre con noi. Questo numero ci trascina a riflettere su ciò che siamo, ponendoci una domanda sicuramente non molto semplice: “chi è il nostro mostro?”.
Le illustrazioni e i testi rappresentano appieno le forme che può avere il mostro che tra l’oscurità agisce, si cela, vibra.
Le prime danno una visione di mostri grotteschi, con forma umanoide, animaleschi o senza una forma precisa che pare mutare sotto i nostri occhi.
Le parole a volte sono statiche altre invece volano sulla pagina o vi si attorcigliano. I testi sono i dialoghi con noi stessi, poesie, riflessioni che mi ricordano la composizione di Karlheinz Stockhausen, Klavierstück XI, del 1956.
Per fare LONA ci vuole un Fiore
In un mondo odierno in cui il digitale rappresenta la quotidianità degli individui, LONA fanzine, con questo secondo volume, tenta di riscoprire il più profondo ed essenziale dei legami: la relazione tra uomo e Natura.
Il punto di partenza per la realizzazione di questo volume è un laboratorio in cui si mette in scena un paradosso sin dal titolo: vivere la natura seguendo le indicazioni di un cellulare. Ognuno dei partecipanti ha infatti incontrato un albero scelto precedentemente, munito solamente di cellulare, auricolari, carta e penna. Ha seguito un percorso indicato da SMS, ha osservato l’albero e l’ambiente circostante e ha creato.
Come gli alberi sono connessi tra loro e insieme “stabiliscono” un’annata di pasciona, ovvero di iperproduzione di semi, anche gli esseri umani sono interconnessi, poiché veniamo tutti dallo stesso pianeta, veniamo accarezzati dalla stessa aria, percorriamo il nostro viaggio, un viaggio che ci fa incontrare, che ci unisce, che ci allontana.
Nonostante questo nostro mondo abbia spesso assunto tonalità d’asfalto, la sua radice sta nella terra. Una terra sulla quale cerchiamo attimi di libertà per ritrovarci in mezzo ai boschi seguendo un sentiero, per ascoltare il canto degli uccelli, delle cicale, per cercare un quadrifoglio tra una vastità di trifogli, per capire che costellazione è quella visibile lassù.
Spero di avervi innescato una scintilla d’interesse verso questa realtà.
Se sono riuscita in questo intento, allora vi indico i due posti a Udine che costudiscono i volumi di questa fanzine: KoboShop e la Libreria Martincigh.
Buona immersione.
Klea Sheshi