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Chi sarà la prima africana a guidare la Biennale Arte di Venezia?

Con la nomina di Koyo Kouoh a direttrice del Settore Arti Visive per la 61ª Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, l’istituzione segna una tappa storica. L’annuncio è stato dato il 3 dicembre 2024 dalla commissione di amministrazione della manifestazione tramite il presidente della Fondazione, Pietrangelo Buttafuoco. L’incarico celebra la carriera della curatrice e sottolinea l’impegno della Biennale, definita dal presidente come “casa del futuro”. Kouoh diventa la prima donna di origine africana a ricoprire questo ruolo, nonché la seconda personalità del continente ad assumere tale incarico, dopo Okwui Enwezor, che ne fu curatore nel 2015.

Koyo Kouoh è una delle voci più rilevanti nell’ambito della curatela e della critica d’arte contemporanea. Nata in Camerun e cresciuta in Svizzera, attualmente vive tra Città del Capo ,Dakar e Basilea. Dal 2019 è Direttrice Esecutiva e Chief Curator dello Zeitz MOCAA (Zeitz Museum of Contemporary Art Africa) di Città del Capo, un centro d’eccellenza per l’arte contemporanea, dove ha avviato e gestito progetti che esplorano le identità e le culture del continente e della sua diaspora. Inoltre, è fondatrice e direttrice artistica di RAW Material Company, un centro dedicato alla promozione dell’arte e della creatività intellettuale in Africa attraverso pratiche interdisciplinari.

L’impatto dei progetti di Kouoh si estende però ben oltre i confini geografici,grazie ad un percorso che ha toccato tappe fondamentali a livello globale. Tra le varie mostre figurano eventi cruciali come Body Talk (2015), Still (the) Barbarians (2016), e Dig Where You Stand (2018), tutti esempi della sua capacità di esplorare temi rilevanti come la memoria, il corpo e le tensioni politiche e sociali. La curatrice ha svolto un ruolo centrale nel programma educativo e artistico di 1-54 Contemporary African Art Fair, la prima e unica fiera internazionale dedicata all’arte contemporanea africana, che ha avuto sede sia a Londra che a New York, oltre ad avere contribuito al curatorial team di Documenta 12 (2007) e 13 (2012), e alla gestione della 37ª edizione di EVA International e della Biennale d’Irlanda nel 2016. 

Il suo impegno è stato valorizzato attraverso numerosi premi, tra cui il Grand Prix Meret Oppenheim di Svizzera nel 2020, uno dei più prestigiosi riconoscimenti europei nel mondo dell’arte contemporanea.

Mirko Ibahi Bahis 

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