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Futuro Verde

A spasso per le aziende del Friuli Venezia Giulia: azienda agricola Roberto Mucchiut

Il terreno dell’area collinare di Corno di Rosazzo, tra boschi e vigneti, dispone di numerosi elementi nutritivi che facilitano la viticoltura. Non a caso, l’area è coltivata fin dai tempi della colonizzazione romana e le eccellenze enogastronomiche per cui è nota si possono degustare in decine di locali.

Appartiene ai Colli Orientali, ambito territoriale definito nel 1970 con l’approvazione del disciplinare di produzione dell’allora D.O.C. Colli Orientali del Friuli. Nel corso dei secoli, il profilo delle colline è stato modellato dal lavoro di generazioni di viticoltori e la costante ventilazione rende l’area più adatta alla viticoltura.

Abbazia di Corno di Rosazzo

Ed è con piacere che ho avuto modo di intervistare Roberto Mucchiut, proprietario dell’omonima azienda. Fra le numerose attività, l’azienda si è specializzata nell’utilizzo dei biogas.

Per chi non lo sapesse, il biogas è una delle fonti alternative più utilizzate per la produzione di energia rinnovabile. Nell’ottica della lotta al cambiamento climatico, è considerato una delle principali soluzioni per garantire l’autonomia energetica e ridurre l’inquinamento dell’aria e l’effetto serra.

Questi gas sono il prodotto dalla fermentazione batterica in anaerobiosi (assenza di ossigeno) di residui organici, che possono essere scarti dell’agroindustria, dell’industria alimentare o zootecnica: è fondamentale la decomposizione del materiale organico da parte di alcuni tipi di batteri, che produrranno anidride carbonica, idrogeno e metano.

Come e quando è nata l’azienda? Di cosa vi occupate?

Dal 1990 ho preso le redini dell’azienda dei miei genitori, che si occupavano di svezzamento di animali da cortile. Negli anni successivi ho ampliato il lavoro di svezzamento, fino al 2005 circa. In quell’anno, a seguito di un evento di influenza aviaria, pur non avendo subito alcun contagio, le autorità hanno imposto irragionevoli misure di prevenzione che hanno portato a una notevole riduzione del nostro lavoro. Da qui è nata la decisione di trasformare l’azienda da svezzamento in produzione di polli da carne per l’industria in soccida.

Questa tipologia di allevamento non comporta l’utilizzo delle nostre produzioni agricole, in quanto il mangime ci viene fornito dal nostro soccidante. Di conseguenza le nostre produzioni agricole erano soggette all’andamento dei mercati, che in quel periodo non erano per niente favorevoli.

Quando avete cominciato a lavorare con i biogas? E com’è cambiata la gestione dell’azienda in seguito a questo passaggio?

Parlando con i diversi rappresentanti del settore abbiamo intuito che l’impianto biogas avrebbe potuto essere una valida alternativa per poter valorizzare le produzioni agricole. Abbiamo quindi deciso di realizzare un impianto biogas da 330 Kwh, dimensionato alla nostra capacità di produrre biomasse per alimentarlo. Questo tipo di impianto di cogenerazione, oltre a produrre energia elettrica che viene immessa in rete, produce anche energia termica, con la quale, tramite la realizzazione di un impianto di teleriscaldamento, soddisfiamo completamente il fabbisogno termico dell’adiacente allevamento.

Come vi siete informati sui biogas? Che suggerimenti dareste ad altre aziende che vorrebbero iniziare a lavorare nel settore?

Il consiglio che posso dare a chi volesse intraprendere questo tipo di attività è quello di valutare attentamente le proprie capacità di autoproduzione delle biomasse, in quanto sono la voce principale di spesa nella gestione dell’impianto stesso. Inoltre, è fondamentale anche ponderare le proprie capacità finanziarie, organizzative e gestionali.

Ringrazio Roberto per l’opportunità e per averci permesso di conoscere meglio la sua azienda! Alla prossima puntata!

Martina Dugaro

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