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Il legame intricato tra tecnologia e sostenibilità ambientale: dall’impatto delle intelligenze artificiali alla riflessione sull’economia circolare

Nel tessuto intricato dell’era digitale si delinea un legame essenziale tra tecnologia e sostenibilità ambientale. L’accelerazione delle innovazioni spesso ha trascurato le implicazioni ambientali, ma ora emergono delle connessioni fondamentali che richiedono sempre più un uso responsabile della tecnologia per la preservazione del nostro pianeta.

Dalle attività di estrazione mineraria intensiva di minerali, come il cobalto, allo sfruttamento della mano d’opera. Dalla crescente e insistente richiesta di energia data center e server, soprattutto con l’arrivo delle intelligenze artificiali generative, alle tonnellate di rifiuti tecnologici dovuti all’obsolescenza dei prodotti. Tutto questo porta a fare un importante ragionamento su quanto la tecnologia stia impattando sul cambiamento climatico.

 

L’impatto ambientale: da server e data center all’e-waste delle intelligenze artificiali generative.

È difficile definire il numero preciso delle intelligenze artificiali generative sviluppate fino ad ora. Il campo è in costante crescita grazie alle numerose organizzazioni, dalle grandi aziende tecnologiche alle università e ai centri di ricerca, che si sono attivate in questo sviluppo tecnologico. Nonostante le potenzialità dello strumento, è fondamentale tenere in considerazione il suo silenzioso impatto ambientale.

Il complesso processo di addestramento dei modelli di intelligenza artificiale, la massiccia potenza di calcolo dei data center e i server che devono necessariamente essere in continuo funzionamento, tutto questo richiede enormi quantità di energia elettrica. Spesso questa energia è derivata da fonti non rinnovabili, come i combustibili fossili.

Dagli studi del 2019 dell’Università del Massachusetts Amherst (U.S.A.) emerge che lo sviluppo di una singola IA genera l’emissione di circa 284 tonnellate di anidride carbonica.

Il documento Carbon Emissions and Large Neural Network Training del 2021, redatto da un gruppo di autori, riporta che l’addestramento di GPT-3 ha prodotto emissioni di carbonio pari a 522 tonnellate, equivalenti a guidare 112 auto a benzina per un anno.

L’espansione delle IA ha anche generato un aumento di rifiuti non indifferente. Causa di questi e-waste è la rapida sostituzione dei componenti elettronici, che diventano subito obsoleti per via del rapido sviluppo tecnologico globale.

Negli ultimi anni, le aziende e gli sviluppatori hanno sviluppato una crescente consapevolezza per quanto riguarda l’impatto ambientale e stanno cercando di rendere l’IA molto più sostenibile. Questo impegno si manifesta attraverso varie iniziative, come l’ottimizzazione dei modelli al fine di ridurne la complessità senza comprometterne le prestazioni. L’hardware più efficiente ottimizza sia l’addestramento che l’esecuzione dei modelli, e si appoggia a server alimentati dall’energia ottenuta tramite fonti rinnovabili.

 

L’inquinamento della produzione dei dispositivi digitali e la soluzione dell’economia circolare.

Il processo di produzione dei dispositivi digitali porta con sé una scia di aspetti critici, come le emissioni di gas serra e la generazione di rifiuti tossici, che dipendono fortemente da metalli e minerali, spesso anche molto rari. L’estrazione di minerali come il cobalto, un sottoprodotto dell’attività di estrazione di rame e nichel, utilizzato nelle batterie al litio utilizzate per cellulari, tablet, veicoli elettrici, console per videogiochi e per molti altri dispositivi, è legato a problemi sia ambientali che sociali. I produttori spesso operano in paesi in via di sviluppo, approfittando delle normative ambientali e sociali meno rigide, causando impatti significativi sulla salute e sull’ambiente locale, oltre alla violazione dei diritti umani, al trasferimento forzato di intere comunità, incendi dolosi e percosse. Uno dei produttori principali di cobalto e di altri minerali è la Repubblica Democratica del Congo con oltre il 60% della fornitura mondiale.

L’economia circolare, in questo caso, diventa estremamente importante. È un approccio economico e sociale che rompe il tradizionale modello ‘’compra-usa-getta” mirando invece a massimizzare l’uso delle risorse già esistenti, allungando il loro ciclo di vita, riducendo i rifiuti e di conseguenza anche l’impatto ambientale.

Oltre ad essere una soluzione promossa dalla Commissione europea, è anche una soluzione da adottare nel proprio quotidiano, facendo acquisti ragionati, regalando o vendendo ciò che effettivamente non viene più usato e riciclando consapevolmente.

Per quanto riguarda l’acquisto di oggetti, il second hand è una delle tante soluzioni. Non solo per quanto riguarda l’abbigliamento, ma anche per l’elettronica. Vi sono ormai tante imprese che si stanno impegnando in questo settore, vendono smartphone, tablet e altri dispositivi ricondizionati.

Klea Sheshi

Fonti:

  • Datacamp.com
  • News.climate.columbia.edu
  • Cbsnews.com
  • Ansa.it
  • InsideOver.it
  • Amnesty.it

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