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Ventunesimo Secolo

Scacco alla Regina

Il Gender Gap nelle Capacità Cognitive

Gli scacchi sono il campo di indagine ideale per riflettere sul divario di genere. Un gioco intellettuale che richiede calcoli quantitativi, pensiero astratto e ragionamento su molteplici dimensioni: abilità diverse a quelle fisiologiche e biometriche che impongono la separazione dei generi nello sport a livelli professionali. 

Perché dunque negli scacchi professionali è necessaria l’esistenza della categoria femminile accanto a quella open (in teoria aperta a tutti, di fatto maschile)? 

Solo il 15% degli scacchisti di alto livello è donna, ciò significa che in media nei tornei open ci sarebbero meno di due donne per ogni dieci giocatori e i finalisti finirebbero per essere sempre uomini. Oggi la donna in cima alla classifica femminile è Hou Yifan, ma con un ELO (il sistema che quantifica il punteggio di un giocatore) di 2632 è lontana dal rientrare nella top 100 dei migliori giocatori, tutti uomini. 

Natura …  

La comunità scientifica ha cercato di indagare le possibili spiegazioni in ambito biologico: il cervello maschile e femminile sono diversi? Sì, ma è interessante notare che non c’è correlazione tra queste differenze e il quoziente intellettivo: il divario tra il QI medio degli uomini, in passato più alto, e quello delle donne oggi è scomparso. 

Gli studi sui tratti di personalità sembrano più promettenti, in particolare quando si parla di comportamenti orientati al rischio. Le donne tendono a essere più propense a giocare in modo sicuro (Gerdes e Gransmark, A Comparison of Female and Male Expert in Chess Players), e a soffrire di più la pressione di performare in stretti vincoli temporali. 

Se questi risultati sembrano dare una spiegazione parziale al perché le scacchiste non raggiungono i vertici delle classifiche generali, non soddisfano le domande riguardo allo scarso numero di giocatrici rispetto ai giocatori. 

… O cultura?

Nello studiare il gender gap nei tassi di partecipazione sono stati trovati risultati contrastanti negli sport: i calciatori sono molti di più delle calciatrici a tutti i livelli, mentre nel nuoto e nell’atletica leggera non ci sono differenze importanti. Negli scacchi si è notato che il divario è drastico quando si considerano giocatori adulti, ma si annulla in bambini e giovanissimi. Non solo, soprattutto si scopre che nei casi in cui il tasso di partecipazione di donne e uomini è del 50% la disparità di prestazione svanisce (Chabris e Glickman, Sex Differences in Intellectual Performance). 

La scoperta che in situazioni di parità di numero i giocatori maschi perdono il loro vantaggio dimostra che i fattori che limitano i livelli di prestazione delle ragazze dipendono dal loro essere in minoranza e non da minori capacità cognitive. Questo risultato suggerisce che, durante il lungo e impegnativo processo per diventare professionisti, altri meccanismi entrano in gioco ad accentuare le differenze di genere. 

Le aspettative culturali e sociali, con gli stereotipi di genere che associano il talento negli scacchi, o altre attività di tipo intellettuale, più agli uomini che alle donne, possono scoraggiare il coinvolgimento delle ragazze. Di conseguenza la mancanza di modelli femminili di successo negli scacchi a livello professionale ha effetti sulla motivazione delle giovani giocatrici, creando un circolo vizioso. 

Il mondo stesso degli scacchi è un ambiente storicamente dominato dagli uomini sia nei livelli di prestazione più elevati che negli ambiti dirigenziali e organizzativi. Come in altri casi, questa predominanza maschile può contribuire a creare un ambiente culturale e sociale non pienamente inclusivo, oltre che a rafforzare percezioni errate sulle capacità cognitive delle donne. 

Infine, ci sono da considerare i fattori socio-economici che contribuiscono al divario di genere. Nei paesi dove l’indice di parità è basso le donne hanno più difficoltà di accesso a risorse come tempo e denaro per lezioni, allenamenti e iscrizione ai tornei. Inoltre, in molte culture ancora oggi le donne spesso si trovano cristallizzate nel ruolo che la società le assegna, facendo fatica a immaginare per sé stesse qualcosa di diverso. 

La discussione sul gender gap negli scacchi può offrire spunti significativi per comprendere questioni simili in altri campi, inclusi quelli STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics). Per promuovere la parità di genere e l’inclusione in una vasta gamma di ambiti disciplinari è dunque necessaria l’analisi delle barriere socioculturali e degli stereotipi, che nella pratica deve affiancarsi a un’azione mirata sui tassi di partecipazione attraverso strumenti che puntino a creare situazioni favorevoli, ad esempio con l’uso delle quote rosa.

Cotic Sara

Una risposta su “Scacco alla Regina”

Bella analisi: ha significativamente indirizzato un interrogativo che avevo inevaso nel retrocranio.
E ci è riuscita citando in più punti, Chiaramente incidentalmente, Riflessioni personali, che parallelamente al buon senso su quali fossero i razionali alla base delle differenti prestazioni in sport quali il nuoto e l’atletica non trovavano razionali su come mai sport di natura meno fisica, e più logica, mentale, Diciamo anche cognitiva, quali gli scacchi, si misurassero comunque gap prestazionali importanti …

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