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Il Salotto Letterario

Guide di lettura: da dove iniziare a leggere Louis-Ferdinand Céline?

Louis-Ferdinand Céline è in verità lo pseudonimo, ispirato al nome della nonna materna Céline Guillou, di Louis Ferdinand Auguste Destouches, medico, scrittore e saggista francese, nato il 27 maggio 1894 e morto il 1° luglio 1961.

Basate sulla sua stessa vita ed esperienza, le sue opere esplorano la natura umana e le miserie della vita, frequentemente utilizzando un connubio tra argot (gergo francese usato dalle classi popolari) e un linguaggio ricercato ed erudito, condendolo con un dissacrante umorismo nero. Dai suoi scritti emerge spesso la concezione di una vita priva di senso e valore, caratterizzata da dolore, miseria, fatica e malattia.

Céline può essere dunque ritenuto un originalissimo esponente del modernismo ed espressionismo. Considerato tra i più influenti scrittori del XX secolo, infatti, fu preso come riferimento da molti, in particolare dalla Beat Generation statunitense, tanto che Bukowski, nel suo Notes of a Dirty Old Man, lo definì “il più grande scrittore degli ultimi duemila anni”, persino Gaber e Luporini lo presero come ispirazione.

Nonostante il suo genio letterario, Céline rimane ad oggi una figura estremamente controversa e discussa. Difatti, durante la vita, si dimostrò simpatizzante nei confronti del regime nazista e del collaborazionismo della Francia di Vichy, come si può leggere in alcuni dei suoi pamphlet. Proprio a causa di queste idee, visse in esilio in Danimarca dal 1945 al 1951, per ritornare poi in Francia, dove gran parte degli scrittori di sinistra (tra cui Jean-Paul Sartre) chiesero che fosse ignorato e dimenticato, facendo sì che gli ultimi anni della sua vita siano caratterizzati da un’emarginazione sociale e culturale.

Quindi come avvicinarsi al controverso Céline?

Il romanzo più famoso e perfetto per iniziare a familiarizzare con il suo stile è Viaggio al termine della notte (Voyage au bout de la nuit, 1932). Lo scrittore affronta i temi più importanti del XX secolo, dalla guerra alla povertà, passando per l’esperienza coloniale, l’industrializzazione e il fordismo, avendo come filo rosso quello della malattia. Il protagonista è il medico Ferdinand Bardamu, alter ego di Céline, che in prima persona (come in tutte le opere di questo autore) narra le sue vicissitudini: partecipa alla Prima guerra mondiale, va in una colonia in Africa (parte che presenta una riscrittura di Cuore di Tenebra di Joseph Conrad), si trasferisce negli Stati Uniti e ritorna in Francia, per diventare medico dei poveri. Questo peregrinare per il globo gli permette però di conoscere e descrivere l’umanità in tutta la sua miseria, portandolo a riflessioni sulla vita di taglio nettamente nichilista e pessimistico.

Morte a credito (Mort à crédit, 1936), il secondo romanzo dell’autore, segue a sua volta un filo autobiografico: il protagonista, ed alter ego di Céline, è Ferdinand. La narrazione segue la vita di Ferdinand, dalla vita nel Passage Choiseul (i passages erano vie parigine porticate tra due edifici, strette e poco luminose dove le famiglie vivevano in locali che svolgevano la doppia funzione di negozio e abitazione) ai suoi viaggi, passando per gli studi e il mondo del lavoro. Anche in quest’opera emerge un profondo pessimismo, tanto che la morte diventa l’unico credito che si può essere sicuri di riscuotere durante la vita.

La Trilogia del Nord è composta da tre romanzi: Da un castello all’altro (D’un château l’autre), Nord (Nord), Rigodon (Rigodon). Anche questi completamente autobiografici (pur contenendo elementi romanzati), narrano le peripezie della moglie, del gatto Bébert e dell’autore stesso per raggiungere la Danimarca, nella speranza di poter recuperare i diritti d’autore depositati in una banca e di scampare alle persecuzioni politiche. Il viaggio attraverso una Germania ormai in fiamme, offre crude descrizioni di un paese ormai devastato e a pezzi. La trilogia gli valse delle cause per diffamazione.

Céline scrive inoltre diversi pamphlet, che possono essere utili per riuscire a comprendere meglio le sue idee e, soprattutto, osservare l’evoluzione del suo stile. Infatti il suo stile di scrittura diventa sempre più delirante, anche se rimane un falso delirio: correggendo le sue stesse bozze era ben cosciente di quello che scriveva. Tra i vari pamphlet si distinguono Mea Culpa (1936), frutto di un viaggio in Russia, in cui viene presentata una pesante accusa al comunismo, Bagatelle per un massacro (Bagatelles pour un massacre, 1937) e La scuola dei cadaveri (L’école des cadavres, 1938), in cui il protagonista-narratore giudica gli ebrei pericolosi per la civiltà e la cultura. Nel 1941 viene pubblicato, solo in ambienti filonazisti, il pamphlet La bella rogna (Les Beaux Draps), anch’esso profondamente antisemita. 

Ci sono molte altre opere di Céline di cui si potrebbe parlare, tra cui anche Guerra (Guerre), romanzo inedito pubblicato solamente nel 2022, ma servirebbe molto più tempo e spazio per approfondire l’argomento

In conclusione si può dire allora che leggere Céline, nonostante le sue idee antisemite e filonaziste, può essere comunque piacevole, soprattutto per chi voglia avere un resoconto crudo della prima metà del XX secolo o per chi voglia scoprire uno scrittore dallo stile veramente originale, che sa giocare con il linguaggio e che ha, nonostante tutto, lasciato il segno.

Alla prossima guida e buona lettura!

Federico Borghese

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