Categorie
Il Salotto Letterario

Elbrus – Una terra alla deriva

Dopo il collasso ambientale della Terra, che ha causato la migrazione della popolazione mondiale verso i paesi nordici, i soli ancora in grado di garantire la sopravvivenza umana, l’unica speranza per il futuro resta volgere lo sguardo verso lo spazio. Ma tecnologia e ricerca non possono fare nulla, la natura stessa dell’uomo non si adatta alla vita oltre l’atmosfera e l’unico destino possibile sembra essere l’estinzione. La soluzione sembra arrivare da un altro sistema solare, precisamente con la comparsa nell’ orbita terrestre di una nave proveniente dal pianeta [Rhet]. L’EASA (la NASA euro-asiatica) vede nello sfruttamento della genetica delle civiltà aliene la possibilità di salvare la razza umana, adattandone la biologia alla vita extraterrestre e rendendola capace di colonizzare altri pianeti.

Elbrus è uno sci-fi ambientato a Tallinn, Estonia, che oscilla tra due archi temporali: il 2113 e il 2155. Il narratore onnisciente guida il lettore attraverso le vite dei diversi personaggi che si avvicendano durante tutto il romanzo. La cosa che questi uomini hanno in comune è la capacità di percepire realtà estranee all’ambiente terrestre. Inizia così lo sviluppo di una storia apocalittica, capace di mescolare scienza e fantasia in un monito per le nostre generazioni: la crisi ambientale, se sottovalutata, ci porterà alla rovina.

“Oddio!”, mormora una signora con un filo di voce rotta dall’emozione. Le teste rivolte all’insù di tutti i passanti, man mano, imitando i presenti, individuano cento metri più in alto un pazzo a passeggio sull’orlo del tetto di un palazzo. Gli agenti di polizia hanno iniziato a delimitare un’area di sicurezza nel tratto dove potrebbe precipitare l’uomo. Altri, insieme al personale medico specializzato, hanno imboccato l’ascensore che in pochi secondi li porterà sulla terrazza dell’edificio.

Elbrus, Giuseppe Di Clemente, Marco Capocasa, Curcio, 2020

Il romanzo si apre spiazzando il lettore. Le civiltà aliene sono ancora lontane, c’è solo un uomo, sul ciglio di un palazzo, in procinto di buttarsi. Una folla da sotto osserva le sue mosse e quelle dei soccorsi. Un inizio che sembra essere troppo ordinario, finché l’uomo non inizia a farneticare. Parla di una Dama, di un Viaggiatore, di qualcosa che sta per succedere, poi scivola e cade nel vuoto. A questo punto si aprono una serie di scenari paralleli: un giornalista che indaga sull’incidente, un famoso stilista, un programmatore con le stesse allucinazioni dell’uomo che è precipitato e un astronauta clonato. Solo proseguendo con la lettura si riuscirà a mettere tutti i tasselli al proprio posto. La lotta per la sopravvivenza diventa un viaggio interiore, una ricerca di sé stessi e del posto che l’umanità occupa nell’universo.

Mistero e viaggi nell’universo. Questi sono gli ingredienti di Elbrus. La narrazione è dettagliata, a volte fin troppo. In alcuni punti il lettore viene bombardato di informazioni, e in questo modo si perdono di vista quelle più importanti. Un’altra grossa pecca del romanzo riguarda la punteggiatura, o meglio, la sua mancata diversificazione, che rischia di far perdere il senso di quello che sta succedendo.

Il riscaldamento globale era stato largamente sottovalutato dai governi e dalla stessa opinione pubblica e aveva iniziato a compromettere seriamente la sopravvivenza dell’uomo e delle altre specie viventi. La temperatura media del pianeta era aumentata di sei gradi Celsius negli ultimi centocinquanta anni a causa delle emissioni selvagge di gas serra, della deforestazione e delle pratiche di allevamento intensivo. Quest’incremento termico aveva provocato un significativo innalzamento del livello dei mari e lo scioglimento di gran parte delle calotte polari. Così, in un’infinità di luoghi in tutto il mondo, era stato necessario costruire monumentali infrastrutture per preservare lunghi tratti di costa dall’avanzamento dei mari.

Elbrus, Giuseppe Di Clemente, Marco Capocasa, Curcio, 2020

La tematica però resta attuale e prescinde queste piccolezze formali. In molti punti del romanzo viene sensibilizzata la questione del surriscaldamento globale, e fa pensare allo sfruttamento irresponsabile che abbiamo fatto, e che continuiamo a fare, del nostro pianeta. L’autore ci porta a riflettere sulle conseguenze delle nostre scelte. Stiamo facendo abbastanza per preservare il nostro pianeta? Siamo davvero destinati a ripetere gli stessi errori o riusciremo a imparare dalle nostre mancanze?

Se sei un appassionato di fantascienza alla ricerca di un’opera che ti trasporti in un futuro inquietante ma ricco di possibilità, Elbrus è il libro che fa per te. Preparati a un viaggio spaziale da brivido che cambierà il tuo modo di vedere le cose.

Rossi Sara

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *