Gabrielle Chanel, in arte “Coco”, nasce in Francia il 19 agosto del 1883, trascorre gran parte di un’infanzia umile e triste in orfanotrofio, fino a diventare una delle stiliste più amate di tutti i tempi. Con lo stile da lei lanciato ha rappresentato un nuovo modello di femminilità che ha contraddistinto la moda di tutto il Novecento. Le sue creazioni hanno dato vita a un modello di donna dedita al lavoro, dinamica e priva di etichette, fornendo così l’abbigliamento adeguato a una donna il cui mondo gira intorno a lei.
La sua carriera inizia a Parigi e Deauville, nel 1908, con la creazione di una linea di cappelli. Pochi anni dopo, in queste due città, apre anche i suoi primi negozi; a seguire, un salone di alta moda a Biarritz. Il successo dei suoi primi anni di carriera funge da trampolino di lancio per entrare nella storia come un vero e proprio simbolo di moda del ventesimo secolo. L’apice della sua creatività e del suo successo è da attribuire agli anni Trenta, quando, dopo aver esibito sulle passerelle i suoi famosissimi e inconfondibili tailleur, impone al suo stile un marchio di sobrietà ed eleganza dal timbro inconfondibile.
Concentra gran parte della sua carriera sulla creazione di profumi. Dagli anni Venti agli anni Settanta, la stilista entra in stretta collaborazione con Ernest Beaux e Henri Robert, due compositori di profumi. Il suo famosissimo Chanel N°5 viene creato con l’idea di voler imporre una femminilità senza tempo, una fragranza che contraddistingue l’immagine di donna che ha creato nel tempo, una donna affascinante e di potere, diventando una vera e propria firma del suo marchio. Il N°5 ottiene ancora più fama quando diventa la fragranza caratteristica di Marilyn Monroe, la quale confessò di non andare a letto senza due gocce dell’iconico profumo. Coco Chanel disprezzava i nomi pacchiani che si potevano attribuire ai profumi dell’epoca. Fu questo il motivo che la portò a chiamare la sua fragranza con un numero, il cinque, che corrisponde alla quinta proposta fatta dal suo collaboratore Henri Beaux.
Ma dietro alla sua lunga e grandiosa carriera, Coco Chanel nasconde un dettaglio troppo grande da tralasciare quando si parla della sua storia. Poco prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale, Chanel iniziò a manifestare dei pensieri fortemente conservatrici e antisemiti, svolgendo anche delle operazioni di spionaggio per conto della Germania nazista. Secondo i documenti ritrovati il suo nome in codice sarebbe stato “Westminster”, riferendosi alla relazione che intraprese con il Duca Westminster.
La sua collaborazione con la Germania nazista inizia con il crollo dell’esercito francese del 1940. Una volta a Parigi si trasferisce al Ritz Hotel, che al tempo fungeva da quartier generale dell’aviazione militare tedesca. Durante il suo soggiorno all’hotel inizia una relazione con l’ufficiale della Gestapo, Hans Gunther von Dincklage, il quale la introduce nell’alto circolo nazista. Nel 1943 viene mandata a Madrid per cercare di mediare una tregua, anche grazie alla sua familiarità con il ministro Churchill.
Sempre durante l’occupazione nazista, Chanel cercò di riappropriarsi dei diritti di Parfums Chanel, l’azienda che si incaricava di produrre e commerciare lo Chanel N°5.
Secondo gli accordi che aveva stipulato negli anni precedenti, Chanel otteneva dei profitti piuttosto bassi dall’azienda, circa il 10 per cento, mentre l’imprenditore, Pierre Wertheimer, un ebreo, otteneva la gran parte del profitto. Per cercare di riprendere il controllo dell’azienda, nel 1941 Coco Chanel decise di scrivere una lettera al funzionario tedesco, responsabile dei sequestri, mirando sul fatto di essere ariana e al suo “diritto” di riprendersi l’attività. Per sua sfortuna, nel 1940, l’imprenditore Wertheimer, decise di vendere l’azienda ad un imprenditore francese, ma quando la guerra finì questa venne restituita al Wertheimer.
Finita la guerra, Chanel, fu costretta a rifugiarsi in Svizzera, per scappare dalle varie accuse di collaborazionismo e alle varie ritorsioni, anche se, ogni incriminazione alla sua immagine fu messa a tacere grazie alla sua amicizia con Winston Churchill
Amra Gusic