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I fast food: la loro nascita

Erano le due del mattino di un lunedì d’estate. La voglia di alette di pollo era tanta, quindi ordinai in un noto fast food, due porzioni da tre alette ciascuno. Me le mangiai in macchina, nei parcheggi del centro.
Quella mattina, quel pasto veloce, aveva totalmente soddisfatto le mie papille oltre al mio desiderio fugace.

In molti si saranno trovati in una situazione simile. La frenesia della vita moderna spesso ci porta a cercare conforto nei piaceri semplici, come il cibo da fast food, che può diventare un rifugio nelle ore tarde della notte. Ma dietro la soddisfazione immediata delle papille gustative si nasconde spesso una mancanza di nutrimento reale e un impatto sulla salute a lungo termine.

Andiamo un attimo indietro del tempo. Come ebbe inizio l’era dei fast food?

Il concetto di fast food ha origini antiche, risale all’antica Grecia e all’antico Egitto, in cui per le strade delle città, veniva venduto in delle bancarelle il pesce d’asporto. Tracce simili le troviamo anche nell’antica Roma. Da Ostia fino a Pompei, gli abitanti dei ceti più umili frequentavano abitualmente i thermopolia, locali in cui era possibile acquistare o consumare cibo e bevande già pronti. La loro fama era tale da diffondersi in tutta Pompei, infatti con gli scavi degli anni ’20 dell’Ottocento, sono stati scoperti in due terzi dello spazio urbano antico, un totale di 89 thermopolia. Questi locali non erano solo punti di ristoro, ma anche uno spazio di condivisione e socializzazione, che portava alla creazione di un tessuto sociale dinamico e attivo.

I ristoranti automat.

L’apice dell’evoluzione si raggiunse nel giugno 1895, a Berlino, con l’invenzione del primo ristorante automat di Quisisana, una compagnia tedesca. Il funzionamento era semplice: dopo aver inserito l’importo per il pasto desiderato e aver girato una manovella adiacente, il macchinario automaticamente apriva la teca, rilasciando il prodotto selezionato alla temperatura appropriata. Con il suo primo giorno di attività, vendette all’incirca 5.400 panini, 9.000 bicchieri di vino e liquori e 22.00 tazze di caffè.
Questa iniziativa trasse ispirazione da un progetto dell’ingegnere Max Sielaff, già noto per la sua esperienza nella progettazione di distributori automatici, in collaborazione con il prestigioso produttore europeo di cioccolato, Gebrüder Stollwerck, con sede a Colonia.
Il primo automat negli Stati Uniti venne aperto il 12 giugno del 1902 a Filadelfia, nel Pensilvenia dalla compagnia Horn & Hardart. Nel 1912 si diffuse a New York city, diventando parte della cultura popolare e un punto d’incontro per molti nelle città industriali.

Da qui iniziano i ‘pasti veloci, una necessità di una vita frenetica e faticosa.

I fast food moderni.

In seguito alla Prima guerra mondiale, con la crescente popolarità delle automobili, i ristoranti si adattarono a questo mezzo di trasporto, introducendo il concetto di drive-in.
Uno dei primi ristoranti di hamburger fast food ad essere riconosciuto come tale fu il White Castle, fondato il 13 settembre 1921 a Wichita, Kansas. Gli hamburger erano inizialmente venduti al costo di cinque centesimi fino al 1929, per poi aumentare a dieci centesimi e stabilizzarsi fino al 1949.
Maurice e Richard McDonald adottarono questo modello di ristorazione quando aprirono il loro primo ristorante drive-in nel 1940 a San Bernardino, California. Con il 1948 decisero di rivoluzionare la loro attività, creando così il concetto di ristorante fast food che tutti conosciamo. Chiamarono questo nuovo modello Speedee Service System, con l’obbiettivo principale di produrre grandi quantità di cibo in modo rapido e a prezzi bassi e accessibili a tutti.
Con questo modello il McDonald’s acquisì fama mondiale tanto che, all’inizio del XXI secolo contava circa 34.000 punti vendita operativi in oltre 115 paesi, influenzando non solo la nostra alimentazione, ma anche il modo in cui interagiamo e percepiamo il cibo.

Tuttavia, dietro questa convenienza si cela un mondo complesso e controverso, in cui emergono l’importante impatto ambientale degli allevamenti intensivi, la moda dei mukbang e una crescente diffusione di obesità che mina la salute pubblica.

Klea Sheshi

Fonti: 
Pompeii sites
The art of travelling
Archive.org
Open culture
Britannica Money

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