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L’importanza della didattica a distanza: un’occasione per un’istruzione più inclusiva e un diritto da non negare.

Ormai la didattica a distanza (DAD) ha segnato l’esperienza scolastica di quasi tutti gli studenti. Se da un lato ha offerto nuove opportunità, dall’altro ha evidenziato le disparità di accesso a dispositivi e connessione internet, ostacolando l’apprendimento di molti.

Ma a distanza di tempo le scuole e le università continuano a dare questo servizio, ormai indispensabile per molti studenti?

I principali vantaggi della didattica a distanza sono l’accessibilità e la flessibilità. Gli studenti possono accedere a lezioni, materiali didattici e risorse online da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, eliminando le barriere geografiche e temporali.
Con la situazione che tutti noi abbiamo vissuto, molti lavoratori e genitori hanno colto l’occasione che ha dato la didattica a distanza per intraprendere un percorso di studi, che altrimenti avrebbero avuto difficoltà a seguire in presenza.
Gli studenti pendolari, in particolare, hanno visto enormi vantaggi nell’adozione della didattica a distanza. Per tutti coloro che hanno dovuto affrontare lunghi tragitti per raggiungere l’università, questa modalità ha sicuramente offerto un sollievo significativo dalla fatica e dallo stress legato agli spostamenti quotidiani e al costo degli abbonamenti o dei singoli biglietti per i mezzi pubblici. Inoltre, la DAD ha consentito di ottimizzare il tempo, che altrimenti sarebbe stato speso principalmente negli spostamenti.

Nonostante gli importanti vantaggi che la didattica a distanza ha dato, bisogna tenere in considerazione un fatto importante, il digital divide.

Ma che cos’è il digital divide?

È un divario presente tra chi ha l’accesso ad Internet in modo adeguato e chi invece, per scelta o no, che non ha accesso ad Internet. Questo gap digitale porta ad una disuguaglianza importantissima nell’utilizzo delle tecnologie, soprattutto nella società in cui viviamo. I dati forniti dall’ITU (international telecomunication union delle Nazioni Unite) testimoniano che 2,7 miliardi di persone siano in una situazione di digital divide. A livello globale, tra il 2021 e il 2022, l’accesso ad internet è comunque cresciuto del 6%. Ma purtroppo, la crescita non è uniforme, e avviene principalmente in stati e regioni economicamente e socialmente avvantaggiate.

Qual è la situazione in Italia?

Nel rapporto dell’Istat del 2020 sul benessere equo e sostenibile (BES), vengono portati alla luce dei dati significativi. In Italia il gap digitale riguarda diverse fasce della popolazione come le regioni meridionali, le donne, le persone con disabilità, gli anziani e il livello di istruzione digitale che è molto basso.
Per quanto riguarda l’istruzione e disabilità, nonostante gli istituti scolastici si siano attrezzati di varie forme di didattica a distanza, l’8% dei bambini e ragazzi è rimasto escluso da qualsiasi forma di didattica e non potendo prendere parte alle video-lezioni, quota che si alza al 23% tra gli alunni con disabilità.
Tuttavia, l’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile prevede e punta all’annullamento di tale gap, come si evince dal punto 9.c:

Aumentare in modo significativo l’accesso alle tecnologie di informazione e comunicazione e impegnarsi per fornire ai paesi meno sviluppati un accesso a Internet universale ed economico entro il 2030 

Riusciremo a raggiungere tale obbiettivo?

Mi pongo la domanda poiché, essendo io stessa una studentessa universitaria, mi ritrovo ad affrontare una retromarcia da parte delle università per quanto riguarda la didattica a distanza. Questa retromarcia viene portata avanti soprattutto dagli insegnanti, e con il loro rifiuto mettono in difficoltà molti studenti.
Nonostante non sia più necessaria, dato che tutti possono di nuovo accedere fisicamente alle sedi, ritengo che tale servizio, nel 2024, debba essere ormai d’obbligo. La didattica a distanza o anche le video-lezioni registrate, agevolano molto gli studenti, dando loro la possibilità di scegliere e di organizzarsi in caso non riescano a seguire tutte le lezioni, che molto spesso si sovrappongono.

Come possiamo sperare in una progressione se la regressione è la più favorita poiché considerata la via più facile?

Fonti:
Corrierecomunicazioni.it
Agenda 30
Geopop
DynDevice
Istat

Klea Sheshi

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